Ott 212015
 

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La ricerca di fonti alternative per la produzione a basso costo dell’energia elettrica, spinge i ricercatori in tutte le direzioni anche quelle più impensabili, e i risultati molte volte sono sorprendenti. E’ il caso di questa ricerca dell’Università di Tor Vergata a Roma che in collaborazione con l’Università di Hardward e la fondazione Bruno Kessler di Trento hanno realizzato e testato una nuova batteria che trae energia dal rabarbaro.

Questo innovativo processo, tra l’altro molto efficiente, sfrutta una molecola prodotta dalle piante durante il processo di fotosintesi clorofilliana chiamata chinone facilmente estraibile e a basso costo. Cosa molto importante è che si tratta di una molecola prodotta naturalmente dalle piante e non sintetizzata chimicamente in laboratorio.

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Il problema dell’attuale sistema di trasformazione dell’energia è che non è possibile accumularla. In pratica, l’energia viene prodotta in base a fenomeni naturali quali il Sole o il vento ma in assenza di questi non si può produrre. Per cui si hanno momenti di eccessiva produzione e altri con produzione al di sotto delle richieste. Il problema sta proprio nell’accumulo. Oggi questo è possibile farlo attraverso delle batterie e pile, ma i costi sono molto elevati, la quantità di energia accumulabile è ridotta e spesso i costi ambientali di questo accumulo superano questo vantaggio. Metalli inquinanti, sostanze tossiche difficilmente smaltibili sono un vero problema. Ma come ha spiegato la biologa Adele Vitale di Green Energy Storage, le nuove batterie che sfruttano il chinone del rabarbaro funzionano in maniera diversa. L’energia, viene accumulata chimicamente in serbatoi pieni di una soluzione liquida ricca di elettroliti, molecole che immagazzinano cariche elettriche.

La sperimentazione è già molto avanti e si pensa che queste batterie entreranno in commercio verso la fine del 2016 o inizio del 2017. Avranno una potenza di circa un kilowatt e costi ridottissimi. Lo scopo sarà quello di inserirle negli elettrodomestici per sganciarli definitivamente dalla rete elettrica e renderli autonomi rispetto all’impianto di casa, consentendo ulteriori risparmi sulla bolletta. Ad esempio il frigorifero funzionerà autonomamente grazie a queste.

Le nuove batterie dovrebbero avere un costo di circa un terzo di quelle attuali ed essere in grado di accumulare una grande quantità di energia in modo assolutamente green e naturale. Sono allo studio nuovi batteri più grandi capaci di produrre e accumulare quantità di energia maggiori per scopo industriale.

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