Dic 112021
 

L’Esposizione Universale 2020 si sta svolgendo per la prima volta in un paese del Medioriente ed esattamente negli Emirati Arabi Uniti. Doveva tenersi, secondo il programma originale, nel 2020 tra il 1 ottobre 2020 e il 31 marzo 2021 ma causa della pandemia da COVID-19, che ha bloccato tutti gli spostamenti tra paesi, l’evento è stato posticipato, grazie all’unanimità del comitato organizzativo, di un anno, svolgendosi così, sempre a Dubai ma tra il 1 ottobre 2021 e il 31 marzo 2022, conservando però la vecchia denominazione di Expo 2020. 

La capitale araba, ha vinto la selezione come sede dell’Expo concorrendo contro altre grandi città della Russia, della Turchia e San Paolo del Brasile, aggiudicandosi tutte e tre le votazioni.

Come sempre in questa grande città cosmopolita e in continua evoluzione, tutto è stato fatto in grande. È stata realizzata una nuova metropolitana che collega l’area espositiva di circa 400 ettari, posta all’esterno della città in direzione di Abu Dhabi e vicina al nuovo aeroporto internazionale Al Maktum (sarà inaugurato nel 2025).

Il progetto ha la forma di un fiore a tre petali il cui centro è la piazza chiamata Al Wasl, dall’antico nome della città di Dubai il cui significato è appunto “connessione”,  su cui si basa, appunto, il tema dell’esposizione, cioè “Connecting Minds, Creating the Future”, ossia collegare le menti per creare il futuro. L’esposizione, inoltre, cade in un anno molto particolare e molto importante per gli Emirati Arabi Uniti coincidendo, infatti, con il 50º anniversario della loro fondazione e con il giubileo d’oro dello Stato due degli eventi maggiormente significativi per il paese arabo.

I tre petali su cui si sviluppa l’immenso impianto dell’Expo, rappresentano le tre aree tematiche della manifestazione ossia opportunità, sostenibilità e mobilità. Ognuna di esse ospita i padiglioni progettati secondo le linee e il design dei suck arabi e tra i petali troviamo dislocati i tre padiglioni più rappresentativi, cui il padiglione del benvenuto, il padiglione dell’innovazione e il padiglione degli Emirati Arabi Uniti. Sulla restante area trovano posto  tutti i tradizionali padiglioni nazionali come per ogni Expo.

Tutta l’area è ricoperta da vele in materiale fotovoltaico capaci di generare il 50% dell’energia richiesta dall’intero sito espositivo inoltre queste tende vengono, utilizzate durante la sera, per le proiezioni digitali. Lo spostamento all’interno del sito dell’Expo, avviene tramite una cabinovia e un sistema di 750 bus a emissioni zero chiamati Expo Riders.

Al Wasl, è il cuore dell’Expo 2020 e rappresenta il luogo ideale per lo scambio e l’incontro tra le civiltà, ricordiamo che a Dubai convivono circa 200 etnie differenti. Un enorme sfera semi trasparente, quasi una bolla impercettibile capace di costituire il centro nevralgico e planimetrico di tutto l’impianto dell’Expo, ma capace di trasformarsi di notte in un enorme area di proiezione dove le immagini della cultura, della storia, della scienza, della fantasia animano il cielo sopra gli spettatori creando suggestioni uniche capaci di conquistare e ammaliare chiunque si trovi sotto questa volta celeste digitale.

Come ogni progetto, anche quello dell’Expo 2020 di Dubai, è stato concepito per proseguire oltre il periodo dell’esposizione. Quest’area, infatti, verrà denominata Dubai District 2020 e negli obiettivi degli organizzatori sarà il luogo ideale dove far incontrare pensatori, creatori e innovatori, progettisti del nostro futuro. Un luogo, quindi, per collegare, creare e innovare.

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