Feb 222017
 
LE PROPRIETÀ DEI MATERIALI
Indice Argomenti
1 PROPRIETÀ FISICO-CHIMICHE
2 PROPRIETÀ MECCANICHE
3 PROPRIETÀ TECNOLOGICHE
4 MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO
5 APPROFONDISCI CON I VIDEO

Ogni materiale che troviamo in natura o che utilizziamo per realizzare ciò che ci serve, viene selezionato e utilizzato in base alle sue specificità, caratteristiche che lo rendono unico e insostituibile per determinati scopi. Ad esempio la trasparenza del vetro è una caratteristica insostituibile nella realizzazione delle finestre come la conduttività elettrica del rame lo è nella realizzazione dei cavi elettrici.

Proprietà4

Alcune proprietà sono specifiche ed esclusive di alcuni materiali, mentre altre sono comuni a molti di essi. In questo caso per poter riuscire ad effettuare scelte opportune, è necessario che ogni materiale sia sottoposto a particolari prove o test che evidenzino e descrivano con scientificità quelle che sono le differenze tra di loro.

Ogni materiale, presenta caratteristiche diverse, ma tutte insieme possono essere catalogate all’interno delle seguenti macro-categorie:

PROPRIETA’ FISICO-CHIMICHE

Sono quelle proprietà che riguardano lo stato fisico, la struttura molecolare di un materiale acquisite nel suo processo di formazione naturale. Ad esempio la trasparenza per il vetro, le venature per il legno, la lucentezza per i metalli, sono proprietà uniche che descrivono lo stato fisico del materiale cui appartengono.

Proprietà6

Sulla base di quanto detto, sono proprietà fisico-chimiche:

Dilatazione COEFFICIENTE DI DILATAZIONE TERMICA
caratteristica di un materiale di accrescere la sua dimensione in modo lineare, superficiale o volumetrico in base alla variazione di temperatura ambientale
Colore COLORE
dipende, in un corpo che non emette luce propria, da quali frequenze la sua superficie non assorbe e riflette
Conduttività termica1 CONDUTTIVITA’ TERMICA
rappresenta la capacità di un materiale di trasmettere il calore
Conduttività elettrica CONDUTTIVITA’ ELETTRICA
rappresenta la capacità di un materiale di trasmettere elettricità
Densità DENSITA’
rappresenta il rapporto in una sostanza tra la massa e il suo volume (per massa si intende la quantità di materia presente in un corpo)
Igroscopicità IGROSCOPICITA’
rappresenta la capacità di un materiale di assorbire e trattenere l’umidità
Lucentezza1 LUCENTEZZA
rappresenta la capacità della superficie di un materiale di riflettere la luce in determinate condizioni
Odore ODORE
proprietà dovuta alla presenza di composti chimici volatilizzati che consentono di distinguere olfattivamente un materiale da un altro
Ossidabilità1 OSSIDABILITA’
rappresenta la perdita da parte di un materiale della sua lucentezza fino al formarsi della ruggine come conseguenza di una prolungata esposizione all’aria e all’umidità
Peso specifico PESO SPECIFICO
rappresenta il rapporto tra il peso di un campione di materiale e il suo volume
Fire2 REFRATTARIETA’
rappresenta la capacità di un materiale di resistere alle alte temperature
Temperatura fusione2 TEMPERATURA DI FUSIONE
rappresenta il passaggio di un materiale dal suo stato solido a quello liquido per somministrazione di calore dall’esterno. Nei metalli è costante
Tossicita TOSSICITA’
rappresenta la capacità di un materiale di produrre sostanze nocive per la salute quando reagisce con l’aria o l’acqua
Trama2 TRAMA
rappresenta il disegno, la texture di un materiale come ad esempio nel legno o nel marmo
Trasparenza2 TRASPARENZA
rappresenta la capacità di un materiale di lasciarsi attraversare dalla luce; è l’opposto dell’opacità
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PROPRIETA’ MECCANICHE

Sono quelle proprietà che riguardano le capacità di un materiale di resistere alle azioni provocate da forze esterne che tendono a deformarlo. Come ad esempio quando saltiamo su di un trampolino, esercitiamo una grande forza su di esso che tende a piegarlo ma questo, non si spezza perché la sua resistenza è maggiore della forza che agisce su di esso.

Proprietà7

Sulla base di quanto detto, sono proprietà meccaniche:

Compressione COMPRESSIONE
rappresenta la resistenza che un corpo oppone ad una forza che tende a comprimerlo ossia ad accorciare le sue fibre
Trazione TRAZIONE
rappresenta la resistenza che un corpo oppone ad una forza che tende ad allungarlo; il pezzo, prima di rompersi, sin allunga in misura tanto maggiore quanto più il materiale è plastico
Flessione FLESSIONE
rappresenta la resistenza che un corpo oppone ad una forza ad esso perpendicolare che tende a curvarlo. La flessione è una forza composta, infatti le fibre superiori del corpo tenderanno ad accorciarsi (compressione) mentre quelle inferiori ad allungarsi (trazione). Le fibre poste sull’asse medio, detto neutro, non si accorceranno ne allungheranno
Torsione TORSIONE
rappresenta la resistenza che un corpo oppone ad una forza che tende a torcere le sue fibre
Taglio TAGLIO
rappresenta la resistenza che un corpo oppone a forze che applicate tendono a far scorrere uno sull’altro due piani vicini
Durezza DUREZZA
rappresenta la resistenza che un corpo oppone alla penetrazione di una punta cioè alla scalfitura. La durezza è misurata attraverso la scala di Mohs dove il materiale più tenero è il Talco e quello più duro il Diamante
Resistenza a fatica RESISTENZA A FATICA
rappresenta la resistenza che un corpo oppone a sforzi variabili e ripetuti, come l’accorciamento e l’allungamento di una molla per migliaia di volte
Resilienza2 RESILIENZA
rappresenta la resistenza che un corpo oppone alla rottura per sollecitazione dinamica, determinata con apposita prova d’urto. E’ l’opposto della fragilità
Usura USURA
rappresenta la resistenza che un corpo oppone al logoramento, cioè alla perdita di materiale per distacco di particelle, quando organi meccanici in movimento sono a contatto tra loro
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PROPRIETA’ TECNOLOGICHE

Sono quelle proprietà che riguardano l’attitudine di un materiale a subire lavorazioni, ossia a lasciarsi trasformare in oggetti finiti o semi-finiti.

Proprietà5

Sulla base di quanto detto, sono proprietà tecnologiche:

Duttilità3 DUTTILITA’ o TRAFILATURA
rappresenta l’attitudine di un materiale di lasciarsi trasformare in fili sottili, trasformazione che può avvenire sia a caldo che a freddo
Malleabilità2 MALLEABILITA’
rappresenta l’attitudine di un materiale di lasciarsi trasformare in lamine sottili per effetto di pressione
Temperabilità1 TEMPRABILITA’
rappresenta l’attitudine di un materiale a cambiare la propria struttura se sottoposto ad un’azione di tempra, ossia un raffreddamento rapido dopo la sua formatura
Saldabilità SALDABILITA’
rappresenta l’attitudine di un materiale a lasciarsi unire ad altre sue parti o ad altro materiale attraverso il riscaldamento delle superfici da unire o all’uso di altro materiale fuso da colare tra i due pezzi da saldare
Imbutitura STAMPABILITÀ e IMBUTIBILITA’
rappresenta l’attitudine di un materiale ad assumere una forma definitiva mediante pressione tra uno stampo ed un contro-stampo a caldo (stampabilità) o a freddo (imbutibilità)
Piegabilità PIEGABILITA’ e CURVABILITA’
rappresenta l’attitudine di un materiale a lasciarsi piegare in forme precise senza che durate la fase di piegatura il materiale abbia a spezzarsi o rovinarsi
Lucidabilità LUCIDABILITA’
rappresenta l’attitudine di un materiale a lasciarsi lucidare o levigare
Fusibilità FUSIBILITA’ e COLABILITA’
rappresenta l’attitudine di un materiale di passare dallo stato solido a quello liquido per mezzo del calore e di poter essere colato dentro appositi stampi per dare pezzi di fusione
Fucinatura3 FUCINABILITA’
rappresenta l’attitudine di un materiale ad essere modellato a caldo mediante percussione o pressatura
Soffiatura2 SOFFIABILITA’
rappresenta l’attitudine di un materiale ad assumere una forma cava, come ad esempio una bottiglia, insufflando aria compressa all’interno di un campione di materiale posto all’interno di uno stampo
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L’insieme di queste proprietà, definisce il percorso o la destinazione di ogni materiale, rendendolo idoneo o meno a determinate applicazioni o usi. Le leghe metalliche, rappresentano il tentativo da parte dell’uomo di superare i limiti fisici dei materiali, realizzandone di nuovi, migliori, capaci di acquisire ulteriori proprietà rispetto a quelle di cui sono forniti naturalmente.

MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO

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LE PROPRIETÀ DEI MATERIALI ESTRUSIONE DEI METALLI
Durata: 5:09 (anim) Durata: 2:16 (eng)

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Feb 042017
 
I METALLI#1
Indice Argomenti
1 METALLI, NON METALLI E SEMI-METALLI
2 PROPRIETÀ DEI METALLI
3 LE LEGHE METALLICHE
4 MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO
5 APPROFONDISCI CON I VIDEO
Prossime Lezioni sui Metalli
#2 I METALLI (IL CICLO SIDERURGICO) 
#3 I METALLI (ALLUMINIO)

Metalli01

METALLI, NON METALLI E SEMI-METALLI

Sono un gruppo di elementi chimici con ottime proprietà fisiche, meccaniche e tecnologiche. Sono generalmente molto resistenti, lucenti e buoni conduttori di elettricità e calore. La maggior parte dei metalli sono opachi, cioè non si può guardarvi attraverso e a temperatura ambiente sono solidi tranne il mercurio.

In natura difficilmente si trovano allo stato puro, ma sotto forma di minerali che li contengono e da cui con procedimenti fisico/chimici debbono essere estratti.

Queste caratteristiche li rendono unici a tal punto da definire una categoria a parte anche in chimica sulla Tabella Periodica degli Elementi.

Proprieta_Periodiche

Tabella Periodica degli Elementi

Oltre ai Metalli, in natura, le altre categorie presenti sono i Non Metalli e i Semi-Metalli.

Carbone07

Carbonio

non metalli sono quegli elementi chimici che presentano caratteristiche fisiche opposte a quelle dei metalli. A temperatura e pressione ambiente esistono in tutti gli stati della materia: possono essere gassosi (ossigeno e azoto), liquidi (bromo) e solidi (carbonio e zolfo). Sono fragili e hanno solitamente bassi punti di fusione. Sono non metalli: Azoto, Idrogeno, Carbonio, Ossigeno, Fluoro, Fosforo, Zolfo, Cloro, Selenio, Bromo e Iodio. Fanno parte dei non metalli anche i gas nobili.

Metalli02

Processore in Silicio

semimetalli sono elementi che hanno proprietà intermedie tra quelle dei metalli e quelle dei non metalli. Hanno aspetto lucente, conducibilità termica ed elettrica (come i metalli), fragilità. A temperatura ambiente sono allo stato solido e sono sette: Silicio, Germanio, Antimonio, Arsenico, Boro, Tellurio e Astato anche se l’Ununseptio potrebbe essere inserito presto tra questi.

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PROPRIETA’ DEI METALLI

I metalli sono dei materiali che presentano grandi proprietà sia fisiche che, meccaniche e tecnologiche, vediamo quali.

PROPRIETA’ FISICHE E CHIMICHE

  • Massa volumica: la massa volumica è il rapporto fra la massa e il volume.
  • Corrosione: fenomeno chimico che provoca il graduale deterioramento di una sostanza solida per effetto di agenti esterni.
  • Conduttività termica: la conduttività termica descrive il trasporto di energia sotto forma di calore.
  • Conducibilità di elettricità: misura della capacità di un materiale a condurre una corrente elettrica.
  • Temperatura di fusione: la temperatura di fusione è la temperatura alla quale un materiale passa dallo stato solido a quello liquido.

PROPRIETA’ MECCANICHE

  • Trazione: forza che agisce su un corpo in modo da provocarne l’allungamento delle fibre nella direzione della forza stessa.
  • Compressione: quando le forze dirette lungo l’asse tendono ad accorciare le fibre.
  • Taglio: un corpo è sollecitato dal taglio quando le forze applicate tendono a far scorrere uno sull’altro due piani vicini.
  • Torsione: un corpo è sollecitato a torsione quando le forze applicate tendono a torcere le sue fibre.
  • Flessione: un corpo è sollecitato a flessione quando le forze applicate perpendicolarmente al suo asse tendono a curvarlo.
  • Durezza: è la resistenza che il materiale oppone alla penetrazione di una punta cioè alla scalfitura.
  • Fatica: è la resistenza dei materiali a sforzi variabili e ripetuti (ad esempio una molla).

PROPRIETA’ TECNOLOGICHE

  • Fusibilità: la fusibilità è l’attitudine di un materiale a essere trasformato in prodotto finito mediante fusione.
  • Malleabilità: la malleabilità è l’attitudine di un materiale a essere trasformato in lamine.
  • Duttilità: la duttilità è l’attitudine di un materiale a essere trasformato in fili senza rompersi quando sono tirati.
  • Saldabilità: la saldabilità è l’attitudine di un pezzo a unirsi con un altro pezzo mediante riscaldamento delle parti a contatto.
  • Temprabilità: la temprabilità è l’attitudine dei metalli di aumentare la resistenza esterna di un metallo tramite raffreddamento rapido dopo la fusione.

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LE LEGHE METALLICHE

La fusibilità, in particolare, ha consentito all’uomo di combinare i metalli tra di loro o con altri non metalli, per formare quelli che chiamiamo Leghe Metalliche.

Approfondisco: si definiscono leghe metalliche, quei miscugli intimi costituiti da uno o più metalli o non metalli di cui almeno uno deve essere un metallo.

La realizzazione delle leghe metalliche è finalizzata alla creazione di nuovi materiali di migliore qualità, capaci di superare i limiti del metallo da cui scaturiscono (ad esempio l’acciaio supera grandemente le prestazioni del ferro da cui deriva e l’acciaio inossidabile, addirittura non arrugginisce mai).

Il processo di lavorazione dei metalli, prende il nome di Metallurgia e include tutti i metalli tranne il ferro il cui ciclo di lavorazione prende il nome di Siderurgia.

Sono leghe metalliche, ad esempio, la ghisa e l’acciaio ottenute da ferro e carbonio, il bronzo ottenuto da rame e stagno, l’ottone ottenuto da rame e zinco.

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MAPPA CONCETTUALE

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APPROFONDISCI CON I VIDEO
I METALLI LA NOSTRA VITA SENZA I METALLI
Durata: 3:12 Durata: 8:40

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Nov 052016
 
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Le pietre sono state tra i primi materiali utilizzati dall’uomo per le proprie esigenze. Esistono da milioni di anni e posseggono straordinarie caratteristiche di resistenza, compattezza e durata. Le pietre sono anche ignifughe, igieniche, atossiche.

Inizialmente l’uomo le utilizzò semplicemente trovando il modo di assemblarle, prima irregolarmente poi con maggiore precisione, ed in seguito con lo sviluppo di nuove tecnologie, riuscì a trasformarle profondamente creando nuovi materiali maggiormente resistenti, duraturi e qualitativamente migliori.

È per questo motivo che le pietre si possono classificare in naturali e artificiali.

LE PIETRE NATURALI

Le pietre naturali appartengono a tre grandi famiglie in base alla loro origine. Avremo così:

  1. rocce magmatiche o ignee;
  2. rocce sedimentarie;
  3. rocce metamorfiche.
Ciclo litogenetico

Ciclo litogenetico

1 – ROCCE MAGMATICHE o IGNEE

Sono rocce formatesi in seguito alla cristallizzazione di un magma (massa a temperatura elevata). Le rocce magmatiche possono classificarsi a loro volta in: rocce Plutoniche e rocce Vulcaniche.

  • Le rocce magmatiche Plutoniche, sono rocce formatesi all’interno della crosta terrestre e possono trovarsi in superficie per cause tettoniche e geomorfologiche;
  • Le rocce magmatiche Vulcaniche, sono rocce formatesi sulla superficie terrestre; il magma è portato in superficie attraverso il fenomeno del vulcanismo (fuoriuscita di lava).

Sono rocce ignee i graniti ed i basalti.

2 – ROCCE SEDIMENTARIE

Sono rocce costituite da materiali (chiamati sedimenti) provenienti dalla disgregazione di rocce preesistenti. La loro formazione avviene in quattro fasi, chiamate “ciclo sedimentario”:

  • I fase: alterazione delle rocce preesistenti sulla superficie terrestre con formazione di detriti solidi.
  • II fase: trasporto del materiale detritico ad opera dei fiumi, dei venti, dei ghiacciai, ecc.
  • III fase: deposizione (sedimentazione) del materiale in ambienti diversi (continentale, marino, ecc.). La sedimentazione avviene per strati successivi.
  • IV fase: formazione della roccia (litificazione dei sedimenti) dovuta alla pressione esercitata da altri sedimenti che si accumulano via via sopra di essi.

Sono rocce sedimentarie i calcari e le arenarie.

3 – ROCCE METAMORFICHE

Sono rocce che hanno subìto modificazioni nella composizione mineralogica o nella struttura e nella tessitura in seguito a mutamenti di temperatura e pressione (metamorfismo). Il metamorfismo avviene sempre in profondità nella crosta terrestre. Tutte le rocce (magmatiche, sedimentarie, metamorfiche) possono essere soggette al metamorfismo.

Sono rocce metamorfiche i marmi e gli alabastri.

LAVORAZIONI:

La lavorazione delle pietre naturali prevede una serie di operazioni che vanno dall’estrazione delle rocce dalla cava alla suddivisione in blocchi di forma e dimensioni determinate.

Il loro assemblaggio può avvenire o attraverso una sovrapposizione di elementi regolari e squadrati oppure attraverso una aggregazione di elementi grezzi utilizzando materiali esterni quali malte o cementi per garantire la loro tenuta.

Le pietre naturali venivano utilizzate per l’edificazione di strutture murarie, ma oggi grazie all’avvento delle pietre artificiali, vengono utilizzate per scopi decorativi o di rivestimento. A questo scopo le pietre subiscono ulteriori lavorazioni atte a conferire loro prestazioni ed estetica migliori. Le lavorazioni di finitura sono:

  • Levigatura;
  • Lucidatura;
  • Bocciardatura;
  • Sabbiatura;
  • Fiammatura.

Levigatura – E’ una lavorazione che conferisce al materiale una superficie liscia e piana.

Lucidatura - Dona alla superficie lucentezza, specularità esaltando al massimo la naturale colorazione della pietra.

Bocciardatura – Lavorazione che rende la superficie della pietra ruvida.

Sabbiatura – Consiste in una incisione della superficie per mezzo di getto di sabbia sotto pressione.

Fiammatura – Viene impiegata per conferire un aspetto di naturalezza alla pietra utilizzando il calore di una fiamma.

Levigatura/Lucidatura Bocciardatura Sabbiatura Fiammatura
LE PIETRE ARTIFICIALI

L’approfondita conoscenza delle pietre naturali, ha consentito all’uomo di creare nuovi materiali con caratteristiche eccezionali chiamate appunto pietre artificiali. Tra queste, quelle più utilizzate nel campo delle costruzioni o per la realizzazione di utensili e oggetti vari, sono i laterizi e le ceramiche.

Argilla

Argilla

In entrambi i casi la materia prima utilizzata per la loro creazione è una roccia di tipo sedimentario diffusa su tutto il pianeta nota con il nome di argilla. Questa, grazie all’acqua e al calore, può essere impastata e formata e mantenere la forma.

Le pietre artificiali possono essere di due tipi:

  • a pasta porosa;
  • a pasta compatta.

I prodotti a pasta porosa sono quelli che presentano una porosità più o meno accentuata in funzione del tipo di cottura o di impasto utilizzato. Sono pietre artificiali a pasta porosa i laterizi.

I prodotti a pasta compatta sono quelli che non presentano porosità e sono impermeabili per effetto della vetrificazione delle particelle avvenuta spingendo le temperature di cottura a gradi molto elevati. Sono pietre artificiali a pasta compatta le ceramiche, i grès e le porcellane.

PRODOTTI A PASTA POROSA: LATERIZI

I laterizi hanno un’origine antica, dovuta alla necessità dei popoli delle zone umide del pianeta di rendere impermeabili le coperture a terrazza. Il processo di cottura dei mattoni può essere attribuito ai Sumeri, estesosi poi all’intera Mesopotamia.

Si definiscono laterizi il mattone pieno o forato, la pignatta, la tavella, la volterrana, il coppo, la tegola, vari ornamenti architettonici ed altri elementi utilizzati in edilizia.

Laterizi04

I mattoni sono sicuramente i prodotti principali tra i laterizi ed hanno generalmente una forma parallelepipeda con misure regolari e uniformate di 25*12-5,5 cm. La loro produzione avviene in appositi forni continui di tipo a tunnel, in grado di cuocere contemporaneamente centinaia di essi.

Forno a tunnel

PROPRIETÀ

I laterizi impiegati nelle costruzioni devono possedere buone qualità di resistenza, di durezza, scarsa penetrabilità all’acqua e facile aderenza alle malte. Tra le proprietà di un buon laterizio, possiamo allora elencare:

Peso di volume – Il peso del laterizio dipende dal modo in cui viene prodotto. Se fatto a mano, la massa sarà più porosa e il peso di conseguenza minore. Per quelli pressati o estrusi sotto vuoto la massa sarà molto più compatta ed il peso maggiore.

Porosità e imbibizione – Il laterizio è un materiale poroso e questo è vantaggioso per le proprietà termiche, per lo scambio igrometrico e per l’areazione dei muri. Una eccessiva porosità può però essere pericolosa in caso di gelo.

Impermeabilità – E’ la capacità di non lasciarsi attraversare dall’acqua.

Gelività – I laterizi prodotti con argille che hanno una elevata temperatura di cottura risultano poco o affatto gelivi.

Resistenza a compressione

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PRODOTTI A PASTA COMPATTA: CERAMICHE

Vaso ellenicoLa parola ceramica deriva dal greco kèramos che significa appunto “argilla“.

Le prime ceramiche dipinte risalgono al periodo neolitico, nel quale si utilizzavano pigmenti naturali per dipingere l’argilla decorativa delle pareti delle grotte.

Nell’antica Grecia si dipingeva la ceramica con immagini color terracotta e nero a disegno geometrico.

Nel ‘700 si diffuse in Europa anche la porcellana tecnica importata dalla Cina.

La ceramica è un materiale molto duttile allo stato naturale, rigido dopo la fase di cottura e il suo colore varia, a seconda degli ossidi contenuti nelle argille: da giallo a rosso scuro con ossidi di ferro, da bianco a giallo con ossidi di titanio. Può essere smaltata e decorata.

Anche le ceramiche possono essere:

  • a pasta compatta con bassissima porosità e impermeabilità ai gas e ai liquidi, molto resistenti alla scalfitura; ad esempio grès e porcellane.
  • a pasta porosa hanno pasta tenera e assorbente, più facilmente scalfibile e tra queste troviamo le terraglie, le maioliche e le terracotte.

Gresgrès si ottengono mescolando argille naturali cotte ad una tempratura compresa tra i 1200 °C e i 1350 °C. L’alta temperatura fa si che avvenga un fenomeno detto di greificazione dell’impasto, che attribuisce a questo resistenza alle abrasioni, impermeabilità e longevità.

Approfondisco: la greificazione è il fenomeno di saldatura dei granuli, nel processo di cottura dei prodotti ceramici, che determina un aumento della resistenza meccanica e dell’impermeabilità.

Porcellane1
La porcellana è stata inventata in Cina attorno al VIII secolo. Il componente principale è una particolare argilla bianca chiamata caolino che viene cotta a temperature tra i 1300 e i 1400 °C. Tra le sue caratteristiche la lucentezza e l’assoluta mancanza di porosità.

TerraglieLe Terraglie sono tipi di ceramica a corpo bianco, impasto fine, leggero e poroso, ottenute per cottura al forno di una pasta di argilla, quarzo e feldspato ricoperti da una vernice trasparente.

Maiolica1Le Maioliche o Faenze sono tipi di ceramica a pasta colorata, porosa, rivestita con uno smalto bianco, brillante, a base di ossido di piombo e di stagno.

TerracottaLe Terracotte dopo la cottura presentano una colorazione che va dal giallo al rosso mattone, grazie alla presenza di ossidi di ferro. La cottura si effettua sotto i 1000 °C.

CICLO DI LAVORAZIONE

La produzione dei laterizi e delle ceramiche, prevede una serie di fasi ben precise attraverso le quali dalla materia prima, l’argilla, si produce ogni sorta di manufatto utile per la realizzazione dei nostri edifici come per gli oggetti di uso quotidiano. Le fasi di lavorazione per arrivare al prodotto finito sono le seguenti:

  1. Estrazione;
  2. Miscelazione;
  3. Formatura;
  4. Essiccamento;
  5. Prima cottura;
  6. Decorazione;
  7. Cottura finale.

1 – Estrazione – l’argilla viene estratta dai giacimenti superficiali o poco profondi per mezzo di ruspe o escavatrici.

2 – Miscelazione – per poter essere lavorata l’argilla deve essere impastata e resa omogenea attraverso la sua miscelazione con acqua eliminando le impurità all’interno di apposite macchine miscelatrici.

3 – Formatura – prima di essere inserita nei forni, l’argilla opportunamente impastata deve assumere la forma finale. Questo può avvenire per estrusione, pressaturacolaggio.

  • nell’estrusione, l’argilla è costretta a passare attraverso un’apertura detta filiera, con profilo prestabilito. Si crea così un filone continuo del manufatto da produrre che viene poi tagliato automaticamente dalla macchina in pezzi della lunghezza voluta. Si producono con l’estrusione la maggior parte dei mattoni pieni e forati per pareti e solai.
Estrusione

Estrusione di mattoni

  • nella pressatura, l’argilla viene costipata con delle presse all’interno di appositi stampi la cui forma riprende il manufatto da produrre. Sono ottenute con pressatura, le piastrelle e alcuni tipi di tegole.
Pressa per piastrelle

Pressa per piastrelle

  • nel colaggio, l’argilla resa particolarmente fluida, viene colata in stampi di forma anche molto complessa per realizzazione prodotti ceramici di forma irregolare. Sono ottenuti con il colaggio, gli apparecchi igienico sanitari.
Colaggio

Formatura di un WC per colaggio in stampi di gesso

4 – Essiccamento – prima della cottura, i manufatti in argilla debbono essere essiccati, ossia deve essere ridotta la percentuale di acqua in essi contenuta per evitare fratturazioni o deformazioni durante la fase di cottura per la sua rapida evaporazione.

5 – Prima cottura – è la fase più importante, quella in cui l’argilla subisce profonde trasformazioni fisico-chimiche. A seconda della temperatura raggiunta è possibile produrre laterizi o prodotti ceramici, quindi paste a base porosa o compatta.

6 – Decorazione – una volta cotto, il pezzo, può essere successivamente decorato attraverso l’applicazione di sostanze coloranti opache, gli smalti, o trasparenti, la vetrina.

7 – Seconda cottura – consiste in una seconda cottura del prodotto e serve a far fondere lo strato decorativo sul supporto in modo che gli smalti o la vetrina aderiscano profondamente al materiale sottostante.

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Fullrene02Alcuni nuovi materiali, potrebbero consentire nell’immediato futuro di inserire orologi dalla precisione assoluta all’interno di apparecchiature piccole e compatte come gli smartphone o gli smartwatch.

Alcune proprietà associate agli atomi di azoto contenuti nelle molecole di fullrene, potrebbero rendere questa possibilità una realtà facendo si che, sia il tempo che lo spazio (GPS), possano essere misurati con assoluta precisione.

E’ infatti frutto della ricerca che stanno conducendo gli scienziati del Designer Carbon Materials, una startup dell’università di Oxford, l’applicazione del fullrene (C60) come strumento per misurare il tempo. La combinazione con l’azoto rende questa incredibile molecola (N@C60) perfetta per misurarlo fornendo strumenti capaci di superare tutte le attuali limitazioni ed errori.

Fullrene03

Orologio al Fullrene

La startup ha da poco venduto ad un consorzio di società statunitensi e britanniche circa 200 milligrammi del suo fullrene (C60) alla modica cifra di 32.000 dollari statunitensi per lo studio delle sue proprietà. Per rendersi conto del valore di questo materiale basti pensare che 200 milligrammi corrispondono ad una quantità pari alla metà di un capello umano. Un grammo di fullrene può arrivare a costare anche 100 mila dollari.

Il fullrene è stato scoperto nel 1985 ed altro non è che una molecola che contiene 60 atomi di carbonio che racchiudono al loro interno un atomo di azoto (C60). E’ noto anche con il nome di buckminsterfullerene in onore dell’architetto Richard Buckminster Fuller famoso per la realizzazione della prima cupola geodetica nel 1954 la cui struttura richiama proprio quella del fullrene.

Fullrene01

Richard Buckminster Fuller e la sua cupola geodetica

Il fullrene può assumere due forme:

  • sferica (C60) e ellissoidale (C70) (buckyball);
  • tubolare (buckytube o nanotubolare).

Il problema allo sviluppo di queste tecnologie è legato al loro eccessivo costo, ragion per cui, una loro possibile utilizzazione in strumenti di massa come gli smartphone potrà avvenire solo nel momento in cui il loro prezzo scenderà ad un livello accettabile.

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Set 162016
 

PlasticaLatte02

Uno dei maggiori problemi della società moderna, soprattutto nelle grandi città, è l’eliminazione di milioni di tonnellate annue di rifiuti dovuti alla realizzazione di confezioni in plastica per gli alimenti. L’uso della plastica è favorito dal fatto che questa blocca il contatto del cibo con l’aria e quindi con i batteri in essa presenti che sono la causa principale del deperimento dei cibi.

Da uno studio condotto negli Stati Uniti, però parrebbe che questa tendenza possa essere cambiata. Questo studio condotto dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti afferma che nel giro di circa 3 anni, le plastiche per la conservazioni degli alimenti saranno sostituite integralmente da pellicole commestibili e biodegradabili derivate direttamente dal latte.

PlasticaLatte03

I vantaggi saranno notevoli, innanzitutto perché si ridurrà enormemente la quantità di prodotti plastici non bio-degradabili da smaltire, con enorme giovamento per l’ambiente e poi perché pare che questa bio-plastica sia molto efficace nel bloccare il contatto del cibo con l’ossigeno presente nell’aria. Questo migliore isolamento, circa 500 volte superiore, consentirebbe una migliore conservazione dell’alimento nella catena di distribuzione riducendo notevolmente gli sprechi.

Questo miracolo è dovuto al fatto che i pori di queste pellicole ottenute dalla caseina del latte, sono talmente piccoli da impedire quasi totalmente il passaggio dell’ossigeno. La resistenza all’umidità, alla trazione e alle temperature è stata ottenuta poi, utilizzando la pectina, un carboidrato estratto dai limoni.

Due delle ricercatrici coinvolte, Peggy Tomasula e Laetitia Bonnaillie, hanno affermato che le prime applicazioni di questa nuova bio-plastica, potranno essere quelle per la realizzazione di mono-porzioni di cibo e sicuramente quello di poter spruzzare questa pellicola come uno spray su alcuni cibi poco resistenti a contatto con l’umidità quali cereali e le famosissime pizze.

PlasticaLatte01

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Ago 012016
 

Il fenomeno dell’elettricità è sempre legato a quello del calore. Sappiamo benissimo che l’energia non si crea e non si distrugge ma si può solo trasformare, ossia passare da una forma ad un’altra. Per questo motivo, in presenza di elettricità è anche presente calore. Questo diventa un grosso problema, sia progettuale che costruttivo per la realizzazione dei nostri dispositivi elettronici. A chi non è mai capitato che il proprio smartphone si blocchi inviandoci il messaggio per cui la temperatura operativa è troppo alta e che quindi deve raffreddarsi; oppure basti pensare alle ventole incluse nei nostri computer il cui compito è mantenere la temperatura del processore e dei componenti entro determinati limiti operativi.

Progettare questi sistemi di raffreddamento o di dissipazione di calore non è assolutamente semplice e bisogna utilizzare materiali in grado di poterlo fare.

SABBIA04

Dal Georgia Institute of Technology e al genio del ricercatore Baraonde Cola, dobbiamo la realizzazione di un nuovo materiale, derivato dalla silice della sabbia che opportunamente modificata offre incredibili effetti dielettrici (isolante).

Ovviamente non si tratta della semplice sabbia che tutti conosciamo ma di particelle di diossido di silicio ricoperte con un polimero di glicol etilenico che fa da isolante.

SABBIA01

Questo polimero possiede una grande proprietà conduttiva, migliore di molti altri materiali utilizzati in campo elettrico, ma ha anche capacità dielettriche.

La scelta di questi materiali è stata effettuata dal gruppo di ricerca perché rappresentava un giusto compromesso tra risultato e costo. Il team aveva già provato con altri materiali, come ad esempio ricoprire il diossido di silicio con dell’acqua, ma il risultato non era stato altrettanto soddisfacente. Ricoprendo, invece, con il glicol etilenico si è aumentata enormemente la capacità di trasferire calore.

Il principio alla base di questa soluzione è un vecchio studio condotto anche con la collaborazione dall’Air Force Research Laboratory e dall’Aviazione Statunitense relativamente al comportamento dei polaritoni fotonici di superficie. Un polaritone, come descrive Wikipedia è “una quasiparticella risultante dall’accoppiamento di un eccitone con un fotone che si comporta come un bosone“. Quando la dimensione del materiale è inferiore ai 100 nanometri, le proprietà superficiali del materiale dominano su quelle generiche così che i fotoni di calore possono scorrere da una particella all’altra su di un substrato se stimolate da onde elettromagnetiche. Questo accade con l’uso delle onde elettromagnetiche della luce.

Questo complesso sistema di funzionamento delle particelle superficiali in alcuni materiali ha suggerito al team di ricercatori la possibilità di utilizzare questa proprietà per dissipare calore. Il team di Cola è riuscito a dimostrare che l’effetto dissipante si verifica anche quando si aggiunge calore (come avviene normalmente in un componente elettronico) senza utilizzare le radiazioni elettromagnetiche della luce.

SABBIA02

In pratica, si crea un campo elettrico attorno alle nanoparticelle partendo dalla radiazione termica. Utilizzando il glicol etilenico per ricoprire le nanoparticelle di diossido di silicio, si è accresciuto di ben 20 volte il potere dissipante ossia la capacità di trasferire il calore del materiale.

Il glicol etilenico potrebbe essere utilizzato, ricoprendo le parti elettriche scaldanti, per dissipare il calore dei circuiti elettronici, con l’ulteriore vantaggio di fornire un perfetto isolamento termico.

Le ricerche, però, sono ancora in corso perché questa soluzione non è esente da problemi. Ad esempio riempendo di questa resina un componente elettronico si avrebbe il problema per le eventuali manutenzioni, inoltre, il glicol etilenico col tempo tende ad evaporare.

Quindi gli studi procedono con l’intento di riprodurre gli effetti vantaggiosi sin qui dimostrati, ma avendo come obiettivo la sostituzione del glicol etilenico con qualche altro materiale.

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Giu 142016
 

Cobalto01Respirare per ore sott’acqua? Forse sarà presto possibile. Infatti, i ricercatori della University of South Denmark hanno realizzato uno speciale cristallo ottenuto con sali di cobalto capace di assorbire ossigeno dall’aria e dall’acqua. Ma la caratteristica straordinaria di questo cristallo è la sua capacità di assorbirne una quantità molto elevata, fino a 160 volte quella che respiriamo. E le sorprese non sono finite qui: infatti, questo cristallo in particolari condizioni, ossia in presenza di calore, o in luoghi in cui la concentrazione di tale gas è particolarmente bassa, è in grado di rilasciare l’ossigeno assorbito. A seconda dei parametri in cui si trova il cristallo, ossia temperatura, pressione e contenuto, l’assorbimento dell’ossigeno può avvenire o istantaneamente o in un paio di giorni.

Cobalto04

Cristallo di cobalto: a sinistra rosso con bassa concentrazione di ossigeno, a destra nero con alta concentrazione

Cobalto05

Struttura cristallina: palle blu = cobalto, azzurre piccole = azoto, rosse = ossigeno

Gli scenari che questo nuovo materiale apre sono incredibili.

La stessa ricercatrice Christine McKenzie, ne suggerisce alcuni che potrebbero rappresentare una soluzione in alcune circostanze. Ad esempio questo materiale potrebbe consentire di realizzare nuovi dispositivi per la respirazione subacquea di dimensioni ridottissime e quasi senza peso. Pochissimi granelli, infatti, potrebbero contenere tutto l’ossigeno necessario alla respirazione anche per lunghi periodi e ricaricarsi autonomamente traendo l’ossigeno direttamente dall’acqua o dall’aria circostante.

Cobalto02

In campo energetico, questi sali potrebbero rifornire di ossigeno le celle combustibili delle batterie consentendone di ridurne il volume e il peso.

Oppure potrebbero aumentare l’autonomia dei respiratori utilizzati dai pazienti con problemi di ventilazione.

Siamo ancora alla fase di sperimentazione e lontani dai risultati auspicati dal team di ricercatori, ma questo cristallo apre nuove frontiere e fa ben sperare per il prossimo futuro.

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Giu 012016
 
ELASTOMERI
Indice Argomenti
1 LA GOMMA NATURALE
2 LA VULCANIZZAZIONE
3 LE LAVORAZIONI
4 GLI PNEUMATICI
M MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO
V APPROFONDISCI CON I VIDEO
Argomenti correlati
#1

LA GOMMA NATURALE

La gomma, è estratta da piante facendone coagulare il lattice prodotto dall’incisione della corteccia. In particolare l’albero da cui viene estratto il caucciù (derivato dal francese caoutchouc), chiamato anche secreto, è l’Hevea brasiliensis, una pianta alta anche 30 metri diffusa particolarmente nella foresta amazzonica.

La gomma, è un materiale molto sensibile sia ai cambiamenti di temperatura che alla luce:

  • si ammorbidisce con il caldo
  • si irrigidisce con il freddo
  • il colore varia se esposto alla luce diretta

La gomma estratta dalla pianta, ha caratteristiche specificatamente plastiche, poco idonee alle necessarie lavorazioni.

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LA VULCANIZZAZIONE

Charles Goodyear

La vulcanizzazione è quel processo termo-indurente che viene applicato nella lavorazione delle gomme naturali. Questo processo fu scoperto e utilizzato per la prima volta da Charles Goodyear nel 1855 e consiste nel far reagire a caldo la gomma con lo zolfo e altri derivati capaci di cambiarne radicalmente le caratteristiche chimico-fisiche.

In origine, le molecole della gomma non hanno legami trasversali, per cui il materiale si presenta come una termoplastica, ossia un materiale che se sottoposto a calore rammollisce. Con l’aggiunta dello zolfo, invece, in percentuali variabili dallo 0,5% al 3%, la gomma diventa più soffice ed elastica e rammollisce solo a temperature elevate.

Dopo il trattamento termico, lo zolfo crea legami chimici tra le catene molecolari della gomma; queste appaiono divise tra di loro e lo zolfo crea dei ponti o legami chimici, ossia un vero e proprio reticolo stabile che conferisce al nuovo materiale proprietà elastiche e indeformabilità quando sottoposto al calore.

Vulcanizzazione05

Vulcanizzazione03La vulcanizzazione avviene quasi esclusivamente a caldo, sottoponendo la gomma all’azione dello zolfo in forni a temperatura di circa 140-170°C o, più raramente, a freddo sottoponendo la gomma all’azione di sostanze in grado di cedere zolfo come il monocloruro di zolfo, l’idrogeno solforato, ecc.

Se la percentuale di zolfo è maggiore, ossia compresa tra il 25-30%, si ottiene un materiale duro, chiamato ebanite, caratterizzato da un numero elevato di legami molecolari e si utilizza per la realizzazione di oggetti come ad esempio i boccagli per gli strumenti musicali.

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LE LAVORAZIONI

La lavorazione avviene per stampaggio, sia per iniezione che per compressione. Viene realizzato un apposito stampo in acciaio che riproduce un numero di impronte determinato dal volume del pezzo o dalla quantità di elementi da realizzare.

Stampaggio per iniezione

Stampaggio per iniezione

Stampaggio per compressione

Stampaggio per compressione

Una volta questo procedimento si applicava solo alle gomme naturali, ma oggi il termine vulcanizzazione ha assunto un significato più ampio perché coinvolge anche le resine sintetiche.

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GLI PNEUMATICI

Vulcanizzazione06

L’oggetto più importante per diffusione, prodotto con la gomma, è lo pneumatico. La sua realizzazione richiede un preciso procedimento caratterizzato da una serie di fasi da realizzare in sequenza.

La prima operazione prende il nome di mescola; in questa fase diversi tipi di gomma e altri componenti vengono selezionati e miscelati all’interno di enormi macchine miscelatrici fino a creare un composto di colore nero pronto per la fase successiva: la macinatura.

In questa fase, la gomma viene raffreddata e tagliata a strisce che costituiranno la struttura di base dello pneumatico.

La terza fase, la produzione, è quella in cui viene costruito lo pneumatico partendo dall’interno verso l’esterno. Prima gli elementi in tessuto, poi le cinture di acciaio, i talloni, la tela e infine il battistrada. Vengono tutti insieme inseriti in una macchina che li assembla creando quello che prende il nome di pneumatico crudo.

Infine, la vulcanizzazione, nella quale lo pneumatico crudo viene inserito all’interno di stampi incandescenti dove tutti i componenti vengono compressi conferendogli la forma definitiva comprensiva del disegno del battistrada e delle diciture del produttore sulla banda laterale.

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COME NASCE UNO PNEUMATICO PNEUMATICI RIGENERATI
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Mar 312016
 

Aree_tematiche baseIl lavoro di aggiornamento e semplificazione del nostro sito è quasi completato. Parte oggi sito anche la nuova sezione AREE TEMATICHE.

Si tratta di una grande sezione che raccoglie al suo interno tutti gli articoli, le news e le informazioni relative a diverse aree di interesse di cui ci siamo sempre occupati e delle quali esistono anche delle omologhe pubblicazioni sulla rivista FlipBoard. Sto parlando di Costruzioni, Materiali, Energia, Trasporti.

Nuove icone sia sul widget che nelle pagine, rimandano a specifiche raccolte di articoli di approfondimento o ambiti di studio su quel settore di interesse. Curiosità, rumors dalla rete, progetti, manifestazioni, eventi e quant’altro legato agli argomenti di maggior interesse nella Tecnologia. Ma diamo insieme uno sguardo a questi settori di interesse:

Edifici3 COSTRUZIONI
Il mondo dell’edilizia, dell’ingegneria e delle grandi opere, ma con un occhio anche al design e alla sostenibilità delle opere realizzate o da realizzare. Uno spaccato sul mondo dell’ingegneria estrema e delle mega costruzioni attraverso una ricerca e una selezione a cura del sottoscritto.
MATERIALI Materiali
Materiali antichi e moderni, soluzioni consuete e innovative tecniche di lavorazione. Analizziamo i nuovi traguardi delle scienze e della ricerca, per scoprire come si creano nuovi materiali o come si possono trasformare, migliorandoli, i prodotti utilizzati di consuetudine nell’industria.
Airbus A380 TRASPORTI
Aerei, treni super-veloci, auto che si guidano da sole, droni e avveniristici mezzi che sfidano le leggi della fisica. Un occhio attento ai saloni e alle manifestazioni internazionali dove prototipi e mezzi innovativi vengono presentati al grande pubblico. Un occhio attento e curioso alle piccole e grandi scoperte che modificheranno profondamente i trasporti come oggi li conosciamo.
ENERGIA electricity
Fonti e forme di energia. Soluzioni tradizionali e innovazioni fantascientifiche. Progetti e speranze alla ricerca della soluzione definitiva ai problemi energetici del mondo moderno con uno sguardo attento ai problemi ambientali e alla eco-compatibilità delle nuove fonti di energia.

Tutto questo lo potrete leggere su queste pagine o sulle nostre riviste FLIPBOARD e da oggi anche sul nuovo sito ilTECHNOlogico.it a cura del sottoscritto e dalla casa Editrice Lattes Editori di Torino.

LE ALTRE AREE TEMATICHE
Mar 032016
 

Molti telefono cellulari, i cosiddetti smartphone, oggi utilizzano una tecnologia per il riconoscimento delle impronte digitali, che consentono l’accesso al dispositivo solo ai proprietari. Queste tecnologie, richiedono l’uso di particolari sensori e dispositivi tecnologici che richiedono spazio, rendendo complesso e costoso il processo di realizzazione del dispositivo.

Una società giapponese, specializzata in vetri ad alta tecnologia e prodotti chimici, è riuscita a realizzare uno schermo in vetro protettivo per i cellulari, composto da diversi strati capace di accogliere sulla sua superficie un incavo dove predisporre i sensori di rilevamento delle impronte rendendo del tutto inutile la predisposizione di un tasto separato per tale scopo.

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Su alcuni dispositivi di brand famosi, viene utilizzato il cristallo zaffiro che crea problemi di design e impermeabilità per la sua realizzazione.

Un sistema del genere, invece, a detta della casa produttrice, garantisce tenuta all’acqua e facilità nella realizzazione essendo parte integrante del vetro.

Le tecnologie touch 3D e touch ID utilizzate nei moderni smartphone di punta attraverso appositi pulsanti, potrebbero essere integrate nel display del dispositivo, eliminando un altro costoso e ingombrante elemento progettuale.

Pare che molti produttori siano interessati alla nuova tecnologia di lettura ottica, ma vedremo fino a che punto questa potrà essere compatibilmente integrata con gli attuali dispositivi. Sicuramente questo consentirà una semplificazione nella progettazione e ingegnerizzazione e soprattutto una riduzione dello spessore caratteristica molto ricercata di chi acquista tali dispositivi.

La ditta che produce questo tipo di vetro è la AGC Asahi Glass che ha sede in Giappone.

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Gen 112016
 
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Una grande scoperta arricchisce la tavola di Mendeleev, conosciuta anche come Tavola degli Elementi. Un team di scienziati e studiosi giapponesi, americani e russi hanno infatti scoperto l’esistenza di 4 nuovi metalli che sono stati classificati temporaneamente con i seguenti nomi:

Ununtrio Ununpentium
Ununtrio (Uut, elemento 113) Ununpentio (Uup, elemento 115)
Ununseptio Ununoctio
Ununseptio (Uus, elemento 117) Ununoctio (Uuo, elemento 118)

Il team di scienziati lavora per prestigiosi istituti di ricerca. Il Lawrence Livermore National Laboratory, negli Stati Uniti, in California, il Joint Institute for Nuclear Research di Dubna, in Russia e l’Istituto Riken in Giappone. I primi due hanno scoperto gli elementi 115, 117 e 118, mentre la contesa tra gli istituti è per il quarto elemento, il 113 reclamato da americani e russi, ma identificato per primo dai giapponesi capeggiati da Kosuke Morita che annuncia di proseguire le ricerche verso l’elemento 119 e i successivi.

tavola_mendeleev

Tavola degli Elementi prima della nuova scoperta

La tavola di Mendeleev non veniva aggiornata dal 2011 quando furono scoperti gli elementi 114 e 116. L’Iupac (Unione internazionale di chimica pura e applicata) è l’organismo internazionale con sede negli Stati Uniti incaricato di confermare le ricerche e di definire nomenclatura, terminologia e misurazione degli elementi scoperti.

Il Nobel per la chimica Ryoji Notori, scienziato giapponese, ha affermato con entusiasmo la valenza e la grandezza della scoperta appena fatta. I nuovi elementi si formano per il bombardamento di nuclei leggeri di materiali radioattivi a loro volta ottenuti per decomposizione di elementi molto pesanti. Hanno una durata brevissima perché dopo pochi secondi si disintegrano in altri elementi più semplici.

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Dic 112015
 
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VESTITO01

La tecnologia, l’innovazione e la ricerca si spingono ogni giorno più a fondo per creare nuovi oggetti che possano rendere migliore la nostra esistenza e il nostro quotidiano. L’ultima fantasiosa creazione la dobbiamo ad una giovane architetto e design, Behnaz Farahi abituata ad esplorare le potenzialità offerte dall’interazione tra l’ambiente e il corpo umano.

I suoi studi e le sue realizzazioni spaziano a tutto campo, ma questa volta ha dato vita “letteralmente” ai vestiti, creando quello che lei stessa ha chiamato “Caress of the Gaze”, ossia un vestito vivente che reagisce agli sguardi comportandosi come una seconda pelle sul corpo di chi lo indossa.

VESTITO04

Lo studio è ispirato alla flessibilità della pelle e per la prima volta vengono utilizzate particolari stampanti 3D in grado di applicare materiali diversi per zone diverse, creando così un tessuto caratterizzato da densità che cambiano in base alle aree del corpo. Per cui si avranno zone con densità maggiore e zone con densità minore, proprio come la nostra pelle. Per rendere realistico il movimento, la designer, ha studiato anche un sistema di azionamento che prende spunto dai muscoli del corpo umano, attraverso un sistema di attuatori in lega capaci di riprodurre le sinuosità e l’ondulamento della pelle durante il movimento. Il tutto è collegato con un sistema ottico in grado di registrare sesso, età e orientamento dello sguardo di chi sta di fronte all’abito, in modo da impartire specifici ordini al sistema di movimento dei tessuti artificiali.

Questo sistema complesso, rende il nuovo abito capace di reagire a stimoli, sensazioni. Viene reinventato il concetto stesso di abito. E’ un nuovo modo di relazionarsi tra soggetto e ambiente che ci circonda, un ribaltamento del concetto stesso di rapporto tra uomo e ambiente.

Questa innovazione apre enormi spazi al design e ad un approccio tecnologico nella moda, che fornisce nuovi strumenti creativi agli stilisti, veri alchimisti della sperimentazione.

VESTITO02

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Ott 192015
 
IL LEGNO#1 (L’ALBERO)
Indice Argomenti
1 GLI ALBERI
2 IL NUTRIMENTO (la linfa)
3 MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO
4 APPROFONDISCI CON I VIDEO
Prossime Lezioni sul Legno
#2 IL LEGNO (IL CICLO DI LAVORAZIONE) argomento ancora non attivo
#3 IL LEGNO (L’INDUSTRIA DEL PANNELLO)

Il LEGNO è sicuramente uno dei materiali più antichi che l’uomo ha da sempre utilizzato per una grande varietà di impieghi. E’ servito per scaldarsi, per proteggersi, per realizzare utensili. Oggi con lo sviluppo industriale anche questo materiale ha assunto ruoli e utilizzi diversi, sempre più evoluti, basti pensare al legno lamellare.

Lamellare massiccioApprofondisco: il Legno Lamellare, è un materiale composito, fatto essenzialmente di assi di legno opportunamente righettate, incollate e pressate per costituire un nuovo materiale molto resistente che supera i difetti tipici del legno massello. Viene utilizzato in ambito strutturale in edilizia.

Questo prezioso materiale è ottenuto dai tronchi dei grandi alberi, ma oggi grazie alle nuove tecnologie anche da scarti e residui ottenendo prodotti di grande qualità e resistenza: i pannelli di legno.

Ma andiamo con ordine e scopriamo questi grandi organismi presenti ovunque sul nostro pianeta: gli alberi.

GLI ALBERI

L’albero è una pianta legnosa, sviluppata in altezza dal terreno tramite un tronco che inizia a ramificare a qualche metro dal suolo. In botanica lo si distingue dagli arbusti perché questi ultimi sono privi del tronco.

ALBERI01

In natura, le piante vengono classificate in due gruppi ben distinti in virtù delle loro differenti caratteristiche riproduttive: angiospermӕ e gymnospermӕ.
Le angiospermӕ o latifoglie (piante dalle foglie larghe) sono piante che hanno un sistema riproduttivo complesso. Infatti, gli ovuli sono chiusi da un ovario in cui i semi sono raccolti all’interno di un frutto. Possono essere di tipo erbaceo oppure legnose, arbustive o arboree ed avere foglie persistenti oppure caduche. Le foglie, proprio per la loro forma, possono essere molto varie: semplici oppure formate da più foglioline, con i margini lobati, seghettati, dentellati, ecc.

Il margine delle foglie

Sono latifoglie ad esempio: il pioppo, l’ontano, la betulla, il nocciolo, il faggio, il castagno, il tiglio, l’acero, il frassino e molti altri.

Le gymnospermӕ o conifere hanno un sistema riproduttivo molto semplice. La caratteristica fondamentale di queste piante è che l’ovulo, da cui si formerà il seme, non è protetto da un ovario, ma è solo appoggiato a una foglia modificata. Ad esempio i pinoli, che sono i semi del pino, sono appoggiati a una squama della pigna e non sono racchiusi all’interno del frutto come accade, ad esempio, ai noccioli delle ciliegie.

Pigna e pinoliLe conifere, devono il loro nome alla forma conica dei loro frutti, basti pensare alle pigne appunto. Sono tutte piante legnose (alberi o arbusti), le foglie sono quasi esclusivamente aghiformi, sono piante sempreverdi con l’unica eccezione del larice.

Sono conifere gli abeti, i pini, i larici, i cedri, ecc.

Osservando un albero si nota subito una cosa. Non tutta la pianta è visibile, perché una parte scompare nel terreno. Distingueremo, per cui, una parte SOTTERRANEA, non visibile e una parte AEREA al contrario completamente visibile.

Albero_movie

Scendendo più nello specifico, possiamo individuare nell’albero 3 differenti parti:

Albero3parti_movie

Scomposizione dell’Albero

Nella parte sotterranea, troviamo le radici. Queste hanno una duplice funzione:

nutrizionale – assorbendo dal terreno le sostanze necessarie e l’acqua che poi, trasportate da un sistema efficientissimo, giungono alle foglie e ai rami più alti.

strutturale – sostegno della pianta; affondando in profondità nel terreno, realizzano un sistema di fondazioni, capace di reggere carichi notevolissimi quali le sollecitazioni dovute al vento o al peso stesso dell’albero.

Nella parte aerea, troviamo invece, il fusto e la chioma.

Il fusto ha una funzione portante come per noi lo è lo scheletro. Può variare di forma come di altezza, ed è costituito da un insieme di tessuti protettivi, di sostegno e conduttori. Il tronco è di legno, tessuto formato da fibre di cellulosa saldate fortemente tra di loro da una sostanza chiamata lignina.

Approfondisco: la Cellulosa si presenta come un materiale fibroso di colore bianco presente all’interno delle piante tenuta insieme dalla lignina (dal latino lignum=legno).

Cellulosa

Il fusto sostiene i rami e le foglie ed è costituito da un insieme di strati che assolvono a differenti funzioni. Vediamo quali sono questi strati e quali le loro funzioni:

stuttura-del-legno

Strati del tronco

  • Corteccia – è il vestito dell’albero, o meglio la corazza protettiva per gli strati più interni. E’ costituita da cellule morte spinte all’esterno dalle nuove cellule che si formano nel libro.
  • Libro – è la parte più esterna del tronco ed è anche lo strato in cui scorre, dall’alto verso il basso, la linfa elaborata attraverso la fotosintesi clorofilliana dalle foglie.
  • Cambio – è la parte fondamentale di una pianta, perché l’unica in grado di generare tessuti nuovi; ne produce di due tipi, uno verso l’esterno, ossia verso il libro, chiamato floema, ed uno verso l’interno, ossia verso la parte legnosa del tronco, chiamato xilema.
Età albero

Calcolo dell’età di un Albero

Il cambio ha un’attività periodica legata a fattori esterni (stagioni) e interni (ormonali). Questa periodicità nella crescita, genera i caratteristici anelli di accrescimento che rappresentano l’età di una pianta. Nelle zone calde, in cui il cambio stagionale non avviene, tali anelli non si evidenziano a causa di una attività cambiale continuativa (in pratica la pianta cresce sempre durante tutto l’anno). 

  • Alburno – è lo strato più esterno del durame, costituito da cellule vive che hanno lo scopo di trasportare la linfa dalle radici alle foglie.
  • Durame – è la parte più interna del tronco ed è costituita da tessuti lignificati, le cui cellule sono oramai morte. Presenta un colore più scuro ed è la parte migliore da utilizzare nell’industria mobiliera.
  • Midollo – è la parte più interna del tronco e assolve alla funzione nutritiva nei primi anni di vita della pianta. Con il passare del tempo lignifica diventando parte del durame e viene sostituito nella sua funzione dall’alburno.

La chioma è il complesso di rami e foglie che caratterizzano la parte alte delle piante. Può assumere differenti forme a seconda delle caratteristiche genetiche di ciascuna specie o in base ad operazioni esterne, quali potatura.

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IL NUTRIMENTO (La Linfa)

L’albero ottiene nutrimento attraverso la linfa che risale dalle radici immerse nel terreno fino alla parte sommitale della pianta. La linfa altro non è che una soluzione di ioni inorganici e piccole molecole di sali minerali che vengono assorbite dalla pianta attraverso quegli organi contenuti nelle radici che si chiamano peli radicali. Ma il percorso dell’acqua e solo all’inizio, perché partendo dal basso della pianta deve raggiungere altezze in alcuni casi incredibili (vedi le sequoie americane alte più di 100 m). Come fa la natura a spingere l’acqua contro gravità fino a queste altezze? Il fenomeno avviene in tre differenti modi contemporaneamente. Per pressione radicale, capillarità e traspirazione. L’azione dei tre modi avviene sinergicamente: la pressione radicale e la capillarità spingono l’acqua dal basso, mentre la traspirazione la tira su dall’alto.

Risalita linfa

Percorso della linfa dalle radici alla chioma

Approfondisco: la Pressione Radicale o Osmosi,  è quel fenomeno per cui tra due liquidi di uguale composizione ma con densità diversa, separati da una membrana attraversabile, si genera una differenza di concentrazione. Nel caso della pianta si genera una differenza di pressione tra i sali nel terreno e sali maggiormente concentrati all’interno della pianta generando in questo modo quella che viene definita “pressione radicale” che è in grado di spingere l’acqua a grosse altezze.

Approfondisco: la Capillarità è quando un liquido scorre verso l’alto a causa della forza di adesione delle molecole in un condotto molto stretto. Nella pianta, a causa della dimensione microscopica dei condotti xilematici che trasportano l’acqua al suo interno, questo fenomeno è molto evidente. In pratica, esiste una forza di adesione tra le molecole d’acqua e le pareti del condotto e una forza di coesione tra le molecole dell’acqua. A causa della dimensione ridottissima del condotto, la forza di adesione supera quella di coesione per cui l’acqua risale.

Approfondisco: la Traspirazione è un fenomeno naturale che dipende dalla natura e dimensione della chioma e dall’intensità del calore solare. L’acqua, per effetto del calore, passa dallo stato liquido a quello di vapore. La perdita di quest’acqua per evaporazione, genera all’interno dei capillari in cui scorre la linfa, una depressione di alcune atmosfere che aspira l’acqua verso l’alto consentendole di superare le grandi altezze degli alberi.

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