Mag 172014
 

Plastica01

Non tutti sanno che le materie plastiche (e mi riferisco a quelle sintetiche, ossia ottenute dalla raffinazione degli idrocarburi) una volta policondensate o polimerizzate, ossia formate attraverso l’aggregazione di molecole semplici che si chiamano “monomeri”, producono due tipi di sostanze denominate termoplastiche e termoindurenti.

Le prime, sono quelle che se sottoposte a calore dopo la prima lavorazione tornano ad uno stato plastico e quindi lavorabili (riciclabili), mentre le seconde una volta formate non possono più cambiare la loro forma e se sottoposte a calore bruciano emettendo sostanze tossiche (non riciclabili).

Questo fino ad ora. Infatti, la dottoressa Jeanette Garcia dell’Almaden Research Center di IBM ha scoperto una nuova classe di polimeri, soprannominato PHT, per un caso felice. Lei stava lavorando ad un materiale ad alta resistenza. Ma per puro caso ha tralasciato un ingrediente. Il risultato è stato qualcosa di molto diverso da quello che si aspettava. Ha dovuto rompere la sua provetta per tirarlo fuori, e ha poi verificato che era praticamente indistruttibile. A questo punto una squadra di esperti è stata impegnata a lavorare sulla chimica computazionale per risalire a quale casuale percorso aveva portato a un tale risultato e alla creazione del nuovo materiale.

Plastica02

Il nuovo polimero al microscopio

Questo nuovo materiale è resistentissimo e aggiungendo nanotubi di carbonio si è riusciti ad aumentare di un ulteriore 50% la sua già alta resistenza avvicinandosi a quella dei metalli. Vantaggi? Applicazioni? Infinite. E’ un materiale dalla resistenza simile a quella di un metallo ma pesando molto meno, totalmente bio-degradabile, resistente ai solventi, ma la cosa più incredibile è quella che viene definita auto-guarigione. Di cosa si tratta? La nuova plastica, tagliata in due, può essere ricomposta come un solo pezzo in maniera molto semplice, autoguarendo la sua “ferita”. Un miracolo della chimica, in pratica.

Quali le possibili applicazioni delle nuove plastiche? Aerospaziali, collanti, informatica, medicina, e molte altre.

platica03

Video1

Articoli1

Lug 202013
 

lg-chem-truly-flexible-oled-prototypes-img_assist-350x232Nel mese di febbraio la LG Chem ha sviluppato il primo pannello luminoso OLED anche flessibile. L’inizio della sua produzione era previsto per luglio 2013 ma a causa di alcuni ritardi questa non inizierà prima di settembre 2013.

La società ha annunciato di ester giunta alla realizzazione di questi innovativi pannelli basandosi su di un nuovo materiale plastico (polyamide transparente) capace di emettere luce OLED. La definizione Plastic Film type Truly-Flexible OLED Panels utilizzata da LG Chem per indicare questi nuovi pannelli, si riferisce a questa nuova miscela plastica molto più flessibile dei pennelli vetro metallo utilizzati fino ad ora.

lg-chem-truly-flexible-oled-prototypes-2-img_assist-350x232Gli obiettivi della compagnia sono quelli di arrivare a una produzione di massa di questi pannelli entro il primo quarto del 2015. I nuovi pannelli sono ancora più leggeri di quelli attuali (sono spessi soltanto 0,33 millimetri e pesano al di sotto di 8 grammi). Vedremo quale applicazione pratica avranno questi nuovi pannelli luminosi supersottili.

Articoli1

Ott 232011
 

La gomma per cancellare è uno strumento essenziale per il disegno. E’ realizzata in gomma naturale o sintetica ed ha la funzione di rimuovere meccanicamente attraverso lo strofinio, inchiostri o tratti di grafite dal foglio da disegno o da altri supporti per scrittura.

La parola gomma deriva dal termine tardo latino gumma, che ha origine dal greco kómmi che a sua volta ha origini dalla parola egiziana kami.

UN PO’ DI STORIA

La storia della gomma naturale risale a parecchi secoli fa. La materia prima, il lattice, è ricavata da un vegetale chiamato l’albero della gomma, che secerne questo liquido spontaneamente. I primi utilizzi del lattice si devono agli indigeni del Sudamerica, che lo chiamarono cahuchu (legno piangente), da cui è stata tratta la parola comune, caucciù.

La preparazione della miscela avviene tritando e impastando a temperatura ambiente la gomma naturale. La temperatura viene aumentata gradualmente e il mescolamento viene realizzato a caldo fino al raggiungimento della consistenza desiderata. Durante la miscelazione, vengono aggiunti diversi prodotti additivi: piccole quantità di olio minerale o vegetale per favorire la miscelazione, zolfo e altri agenti vulcanizzanti, plastificanti, antiossidanti, pigmenti. La gomma è quindi colata in uno stampo oppure estrusa per assumere la forma desiderata. Viene, infine, sottoposta a temperature e pressioni elevate e, tagliata nella forma finale.

Ne esistono diversi tipi, e la classificazione viene fatta in base al tipo di tratto da rimuovere:

Gommapane

A mescola morbidissima o gommapane – è formata da un materiale plasmabile simile allo stucco. E’ generalmente di colore bianco-grigio anche se è possibile trovarla di altri colori. Lavora “assorbendo” le particelle di grafite e carboncino. A differenza delle altre gomme per cancellare, non si consuma e non perde pezzi, per cui ha una durata maggiore. La sua plasmabilità e formabilità la rende idonea a cancellature di precisione ma è inadatta per il disegno tecnico in quando assorbendo la grafite, dopo poco incapace di assorbirne altra, la rilascerà macchiando il foglio. E’ formata con oli di origine vegetali vulcanizzati, pomice in polvere, carbonato di calcio e altri componenti minori.

Gomma per matita

A mescola morbida o gomma per matita – è fatta di caucciù o di gomme sintetiche. Contiene polveri abrasive, come il carbonato di calcio e altre sostanze che servono a darle la giusta consistenza affinché, quando viene sfregata, si consumi eliminando anche la scrittura cancellata, che altrimenti rimarrebbe attaccata alla gomma stessa. In alcuni casi viene utilizzata montandola su un supporto metallico in testa alle matite detto portagomme. Si usa una miscela chiamata TPE (elastomeri termoplastici) che per l’elevata elasticità, è indicata per rimuovere tratti a matita, penna a sfera, scrittura dattilografica, inchiostro stilografico e china.

Gomma abrasiva

A mescola dura o abrasiva – serve per cancellare i segni di penna o inchiostro. E’ fatta con una mescola più dura che risulta essere maggiormente abrasiva sulla superficie su cui viene sfregata. Si aggiungono per ottenere questo effetto polvere di pomice o polvere di vetro alla miscela.

Gomma abrasiva a rondella

Estremamente abrasiva a rondella ottagonale, per macchine per scrivere –  ormai quasi in disuso, visto l’avvento del computer. Vantava una mescola molto dura che la rendeva altamente abrasiva; in pratica rimuoveva una parte del foglio insieme al tratto impresso dalla macchina per scrivere.

L’avvento del correttore a “bianchetto” e dei correttori a nastro, legati anche all’uso sempre più diffuso del computer, hanno ridotto notevolmente l’impiego di questo strumento. In ogni caso le gomma per cancellare continua a essere utilizzata assieme agli altri oggetti per la scrittura, quali la matita e il temperino, e viene riposta assieme ad essi e custodita in un astuccio.

Bianchetto

Infine, per completezza d informazione bisogna citare anche il bianchetto che, pur non essendo una gomma, nel disegno e nella scrittura ha la stessa funzione.

Il termine di uso comune, indica vari tipi di correttore universale. La forma più comune consiste in una vernice bianca coprente che asciuga rapidamente, capace di nascondere qualsiasi segno di inchiostro, penna biro o matita su fogli di carta o altre superfici. Poiché non consente di vedere il testo precedente alla correzione, il suo uso non è consentito su documenti ufficiali.

Articoli1