Ott 202019
 

Tokyo, la capitale giapponese, sarà sede dei giochi Olimpici e Paraolimpici del 2020 e già la città si sta organizzando per affrontare i grandi problemi di mobilità. All’interno del Villaggio Olimpico, gli atleti si potranno spostare attraverso una versione di piccolo bus riveduta da Toyota specificatamente per l’occasione. Si chiamerà e-Palette ed è il primo veicolo progettato dalla casa automobilistica giapponese per il trasporto urbano a guida autonoma e impatto zero.

Alimentazione elettrica e dimensioni tali da consentire il rapido afflusso degli atleti anche se con problemi di mobilità, capace di percorrere lunghi tragitti alla velocità di 20 km/h.

Questa vettura, un misto tra un van per il trasporto passeggeri e un piccolo autobus, verrà presentato al Motorshow che ti terrà in Giappone tra il 23 ottobre il 4 novembre.

e-Palette, dispone di un’interfaccia uomo macchina progettata per aiutare nella comunicazione tra coloro che si trovano intorno al veicolo durante la sua marcia automatizzata. Questa rende il veicolo in grado di mappare il terreno a 360° attorno alla sua posizione e di spostarsi in assoluta autonomia e sicurezza ovunque. Fari Lidar capaci di raccogliere informazioni in tempo reale sullo spazio circostante, di mappare il terreno e predisporre il percorso più rapido. Sensori di posizione in grado di individuare la posizione di ogni oggetto attorno al mezzo, di evitarlo e di agire prontamente in caso di emergenza. In ogni caso, un conducente umano sarà sempre posto all’interno del veicolo pronto ad intervenire in caso di necessità.

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Ott 202019
 

La stampa 3D è sicuramente una nuova tecnologia che sta prendendo sempre più piede in ogni ambito delle attività umane. Grandi successi sono già stati ottenuti in campo medico, chirurgico, delle costruzioni e oggettistica in genere. Si realizzano oggetti, casa, uffici, esoscheletri e i campi di applicazione crescono ogni giorno. Arriva, appunto, dagli Stati Uniti, dall’università del Maine la realizzazione della più grande stampante 3D al mondo, capace di crearee oggetti dalle dimensioni imponenti, lunghi fino a 30 metri, larghi fino a 7 metri e alti fino a 3 metri, il tutto con una velocità di stampa di circa 227 kg per ora.

Grazie a questa stampante l’università del Maine ha battuto contemporaneamente tre Guinness World Records ed esattamente quello della stampante 3D più grande del mondo, quello dell’oggetto stampato più grande del mondo e quello della barca stampata in 3D più grande del mondo. Tutto ciò è stato possibile grazie alla collaborazione tra la divisione UMaine Advance Structures and Composites Center dell’Università del Maine e grazie agli investimenti e collaborazioni, tra l’altro, con l’Oak Ridge National Laboratory.

La barca è stata stampata in soli tre giorni contro una media di costruzione di parecchie settimane se non addirittura di mesi per una barca costruita con procedure tradizionali. Questa è lunga 7,62 metri e pesa 2 tonnellate e 200 chilogrammi.

Questa tecnica di stampa, utilizza come materiale per la costruzione, un derivato della cellulosa, quindi parte del legno e viene ritenuta una grande risorsa per quei territori molto ricchi di vegetazione o ricoperti di di foreste. Anzi negli Stati Uniti si sta investendo tantissimo proprio per spingere l’economia di queste aree e il loro sviluppo.

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Lug 012019
 

Di veicoli a guida autonoma abbiamo parlato spesso, come anche delle differenti soluzioni di auto elettriche e di tipologie di batterie in grado di alimentarle. Le novità, in questo caso, presentate dalla casa automobilistica svedese Scania, famosa per i veicoli di grossa taglia come camion e autobus è quella di un mezzo a guida autonoma molto flessibile capace di portare i pendolari al lavoro dalla mattina alla sera, consegnare merci durante il giorno e raccogliere rifiuti durante la notte. Questa soluzione modulare si proporrebbe come la soluzione ideale per risolvere gran parte dei problemi ecologici delle città e del trasporto urbano, perché andrebbe a sostituire, in una volta sola, diversi mezzi contemporaneamente.

Si chiama Scania NXT e non lo vedremo da subito sulle strade perché si tratta di un concept che sta sviluppando la società e sarà pronto per il 2030. Al suo interno tutta una serie di tecnologie ancora allo studio e non sviluppate appieno però questo prototipo serve a dimostrare le possibilità e lo sviluppo tecnico a cui la società può arrivare.

Su questo prototipo i moduli di azionamento anteriore e posteriore possono essere installati sul telaio di un autobus, di un veicolo di distribuzione o di un compattatore. Il modulo che è stato esposto alla Global Public Transport Summit di Stoccolma è quello per il trasporto delle persone.

L’obiettivo da raggiungere è quello di un veicolo nuovo pensato per la condivisione tra diversi utenti e soprattutto per la sostenibilità della mobilità urbana.

Questo mezzo è, a detta del suo project manager, Robert Sjödin, qualcosa di completamente nuovo e innovativo, dove design, flessibilità e modularità sono la chiave della sua originalità.

Il modulo per il trasporto delle persone è lungo 8 metri ed è costituito da un’unica unità così da ridurre il peso e al di sotto della carrozzeria sono poste le batterie, celle cilindriche che occupano uno spazio normalmente inutilizzato riuscendo soprattutto a distribuire ottimamente il peso. L’autonomia è di circa 245 km e il veicolo a un peso inferiore alle 8 tonnellate.

Vedremo come evolverà questo progetto e di come tutte le tecnologie in esso impiegate riusciranno pian piano ad entrare nel quotidiano rendendo più sostenibile il trasporto urbano e a cambiare la nostra idea di mobilità.

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Apr 262019
 

Elon Musk non termina mai di stupirci. A presentato a Los Angeles un progetto per risolvere e rivoluzionare il traffico urbano. Prendendo spunto dal velocissimo treno Hyperloop (LA QUINTA ESSENZA DI HYPERLOOP) che volerà oltre 1000 km/h dentro un tubo, il visionario miliardario a presentato una soluzione simile, un tubo sotterraneo, all’interno del quale viaggeranno le automobili a guida autonoma ad altissima velocità forse addirittura 240 km/h.

Il progetto è stato svelato dal ricco miliardario e ad Hawthorne appena fuori Los Angeles. In pratica un tubo sotterraneo, per il momento lungo 1,8 km con un diametro di 3,66 metri che trasforma le auto elettriche in capsule collegate a dei particolari binari in grado di farli viaggiare alla velocità di 240 km/h. Si tratta in pratica di un progetto che, nella sua visione ambientalista coordina le differenti esperienze fatte dalla società del magnate americano; da un lato l’esperienza Tesla, ossia le autovetture elettriche e presto forse anche a guida autonoma, dall’altra parte Hyperloop One il supereremo per percorrere grandi distanze in tempi rapidissimi.

Da sempre impegnato nella risoluzione dei problemi e che angustiano l’ambiente, Musk ha presentato questo progetto che fa capo a una società fondata da lui stesso due anni fa, la Boring Company. Con la presentazione di questo progetto, egli ha affermato che, anche per il traffico è necessario un approccio in 3D ossia creare differenti livelli di mobilità che, consentano di ridurre il traffico superficiale e decongestionare le città. Una serie di tunnel nei quali possano essere introdotte le normali auto elettriche di superficie, tramite speciali elevatori in modo che queste, agganciate a questi speciali binari, possano essere lanciate a grande velocità e in assoluta assenza di traffico nel sottosuolo.

La rete piuttosto facile da realizzare, prevede e macchinari in grado di scavare rapidamente dei tunnel ampi abbastanza da ospitare un’autovettura ed è facilmente espandibile, sempre secondo Musk, fino ad arrivare alla ragguardevole cifra di oltre 4000 veicoli l’ora, portando così il traffico cittadino a livelli sicuramente normali e più tollerabili.

In pratica un’idea semplice ma che può rappresentare una svolta nel sistema dei trasporti urbano dopo decine e decine di visionarie soluzioni il più delle volte irrealizzabili nelle nostre caotiche realtà urbane. Nella visione di Musk, questo sistema attualmente funzionante solo per le sue Tesla, dovrebbe essere compatibile con tutte le vetture elettriche prodotte anche dalla concorrenza.

Non ci resta che aspettare e vedere commessi trasformeranno le nostre città in un futuro sempre più vicino.

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Apr 252019
 

Sono 117 i metri di apertura alare del più grande aereo mai decollato, un colosso gigantesco progettato per lanciare i satelliti. Si chiama Stratolaunch ed ha appena completato il primo volo di prova superando i 300 km/h e raggiungendo un’altitudine di 5,8 km ma l’obiettivo ovviamente non è questo ma quello di arrivare a oltre 10 km per lanciare i satelliti in orbita. 

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Il primo volo sul deserto del Mojave in California è durato circa due ore e mezza. Questo aereo, fuori dal convenzionale, è costituito da due fusoliere separate da una grande apertura alare capace di sopportare e trasportare fino a tre razzi. Le ali sono dotate di sei motori Roll Royce, gli stessi utilizzati dal Boeing 747 che, riescono a spingerlo fino a un passo dalla stratosfera cioè la zona dove vengono sganciati e accesi i razzi dei satelliti per entrare nell’orbita bassa della terra.

I vantaggi nell’uso di questa nuova metodologia per lanciare satelliti nello spazio, è molto più vantaggiosa perché il propellente utilizzato dai ragazzi verrà usato non per superare la forza gravitazionale terrestre, ma già in alta quota e il movimento con enorme risparmio. Inoltre questa metodologia riduce di molto i rischi di rinvio dovuti alle condizioni meteo avverse che condizionano i lanci dalla terraferma. Inoltre, in alta quota i fenomeni atmosferici non sono più pericolosi ne intensi.

Lo Stratolaunch, batte un record in vigore dal 1947 quando lo Hughes H-4 Hercules, largo solo 97 metri, si fa per dire, 20 in meno dello Stratolaunch, compì il suo primo e unico volo. Ma pare che, anche un destino simile stia caratterizzando la storia di questi due giganti dell’aria. Infatti, la scomparsa del miliardario Howard Hughes, ideatore e pilota dello Hughes H-4 Hercules, fece si che il suo gioiello diventasse un semplice pezzo da museo ed anche per lo Stratolaunch si definisce un destino simile. La scomparsa di Paul Allen, miliardario co-fondatore di Microsoft e grande visionario di viaggi spaziali e innovazioni del volo rischia di rendere incerto il destino di questo aeroplano. La morte di Allen gli ha anche impedito di assistere al primo volo della sua creatura.

Su queste pagine abbiamo già parlato di progetti simili, nati dalle visioni di ricchi miliardari americani che, stanno tentando questa strada cioè quella di raggiungere l’orbita terrestre per creare viaggi turistici per miliardari e poter osservare la Terra dallo spazio. Sono in corsa Elon Musk con il suo SpaceX che utilizza razzi riutilizzabili e Richard Branson il fondatore di Virgin Galactic il quale sta seguendo un cammino simile a quello di Allen con un aereo capace di trasportare sul proprio dorso un razzo da lanciare nella stratosfera (LA PRIMA “UNITY” NELLO SPAZIO).

Se avremo pazienza, il tempo ci racconterà chi tra questi visionari sognatori riuscirà a tracciare il futuro del turismo spaziale.

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Mar 172019
 

Forse l’era dei viaggi spaziali è veramente iniziata. Virgin Galactic, la società fondata dal miliardario britannico Richard Branson, proprietario della Virgin, ha completato con successo il quinto volo orbitale con la sua navicella Unity.

Si tratta di un mezzo spaziale Innovativo, che decolla dalla terra come un aereo portandosi, agganciata, la navicella spaziale Unity. Il mezzo, una volta arrivato negli alti strati dell’atmosfera, sgancia Unity che, alimentata da un potente motore a razzo completa il suo viaggio dirigendosi al di fuori dell’atmosfera terrestre dove entrerà in orbita temporanea. Planando come un aliante, rientrerà poi, nell’atmosfera e esattamente come un aereo atterrerà nuovamente alla base di partenza.

Quello compiuto il 26 febbraio è stato il quinto test di volo per la navicella ed è stato particolarmente importante perché per la prima volta sono stati portati in orbita tre esseri umani e non semplici manichini o robot come le volte precedenti. Si tratta dell’addestratore spaziale Beth Moses e altri due piloti Mike Masucci e Dave Mackay. L’istruttore Moses farà da convalidatore per alcuni elementi del design della navetta.

L’unità è stata trasportata in quota dall’aereo WhiteKnightTwo, prima di essere rilasciata e accendere il suo motore a razzo per salire più in alto.L’era dei viaggi spaziali pare proprio iniziata, perché la Unity può contenere fino a sei passeggeri oltre ai due piloti. Già sono oltre 600 gli aspiranti astronauti per il volo e le operazioni commerciali della Virgin inizieranno molto presto. Si pensi che un biglietto per un volo andata e ritorno nello spazio costa circa 250.000 $, sicuramente non alla portata di tutti ma solo di alcuni paperoni del pianeta, ma è sicuramente l’inizio di un’era.

Le impressioni riportate dai tre astronauti sono state ricche di enfasi: Moses ha espresso la sua emozione così: “la terra era così bella e così chiara ed è stato incredibilmente intenso“. Mackay ha detto “è la prima volta che sono nello spazio e la vista è assolutamente straordinaria“ ed infine Masucci ha raccontato la sua esperienza così: “è stata davvero surreale, quello che mi ha veramente colpito è stato quanto fosse silenzioso“.

Adesso inizieranno gli ultimi test per rendere veramente completa ed efficiente la navicella Unity, per poter iniziare a portare i ricchi passeggeri a fare un giro nello spazio intorno al pianeta azzurro.

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Mar 012019
 

Anche il trasporto su rotaia comincia ad aggiornarsi nella visione smart ed eco-compatibile come già accaduto per quanto riguarda le autovetture. Infatti, dal 1 marzo in Italia sono a partiti gli eco bonus e l’eco-tassa per favorire il cambiamento in direzione di autovetture meno inquinanti dell’intero parco auto nazionale. Come dicevo, anche il trasporto ferroviario grazie alla francese Alstom, sta vivendo un momento di passaggio. Si chiama Coradia iLint ed è un treno ad idrogeno ad emissioni zero, che rilascia nell’atmosfera solo vapore acqueo e condensa, quindi senza alcun inquinante e senza alcun impatto sull’ambiente. Oggi, il trasporto su rotaia è già quello più ecologico, ma questo non basta. Coradia iLint porta l’attenzione verso l’ambiente a un altro livello.

Questo treno è capace di trasportare fino a 300 passeggeri, 150 posti in piedi e 150 posti seduti e può fare circa 800 km con un pieno di idrogeno e raggiungere la discreta velocità di 140 km/h. Questa sua autonomia e velocità lo configurano come la scelta ideale per sostituire dei treni regionali veloci. In Italia la prima regione ad ospitare questo treno ad idrogeno sarà la Toscana  mettendo in deposito i vecchi treni diesel rumorosi ed inquinanti.

Ovviamente questi nuovi treni saranno utilizzati su linee non elettrificate, come ad esempio la Siena-Chiusi e la Siena-Empoli. La Toscana da questo punto di vista è una regione pioniera e all’avanguardia rispetto anche alle grandi nazioni europee.

Già da tempo la Toscana aveva pubblicato un bando nel quale ricercava progetti e idee per creare una mobilità a impatto zero compresa la filiera per l’approvvigionamento e le infrastrutture pensate secondo questa visione. Per ora è presente solo il progetto di Alstom, ma altri concorrenti presto compariranno per partecipare a questa interessante gara. La ditta francese ha già fatto partire un progetto pilota in Germania che ha permesso di alcuni stati della nazione di dotarsi di primo modello di treno ad idrogeno. Questo ha già lasciato la stazione nello scorso mese di dicembre e presto sarà affiancato da altri 14 treni a celle di combustibile.

I treni idrogeno rappresentano una grande opportunità sia per quanto riguarda le regioni ma anche per quanto riguarda le nazioni e adesso si aspetta una direttiva specifica da parte della Comunità Europea.

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Gen 072019
 

Ancora una volta Elon Musk, il patron di Tesla Motors e Space X fa parlare di se per la sua vocazione innovativa e per l’attenzione all’ambiente. Non si è ben compreso se il progetto sia frutto di una battuta o invece un’idea già in corso d’opera; solo il tempo lo potrà testimoniare. Ma di cosa si tratta? Forte dell’esperienza maturata in Tesla, Musk in una intervista ha lanciato la proposta di realizzare biciclette elettriche, visto che sono sempre più in uso negli Stati Uniti.

Ovviamente le bici di Musk dovranno essere innovative per le dotazioni e accattivanti per il design. Non esiste ancora un disegno e neppure uno schizzo in giro delle bici di Musk, però Kendall Toerner, un industrial design, ha provato a sviluppare un’idea della e-bike made in Tesla. Ne è venuto fuori un veicolo molto interessante: manubrio a T, display sul telaio, ben due motori nascosti nelle ruote, snella e leggera ma soprattutto ripiegabile. Toerner ha chiamato questo prototipo Model B parafrasando i modelli auto, dove questa volta “B” sta ad indicare Bike, ossia bici.

L’idea potrebbe essere veritiera perché questo è il momento storico ideale per avviare una produzione del genere. Grande diffusione negli States, nessun produttore in America, importazioni costose a causa dei dazi imposti dall’amministrazione americana, Know-how già pronto per la produzione di un simile mezzo.

Vedremo se questo si concretizzerà, perché la visione di Musk, non è tanto quella di produrre un mezzo di trasporto per quanto innovativo, bensì quella di creare una rivoluzione nel sistema dei trasporti, un qualcosa che cambi il futuro dell’industria e sia in grado di avviare trasformazioni epocali.

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Nov 072018
 

Volete fare gli esploratori? Volete volare fino a Marte e farvi un giretto per le sue lande desolate? Beh, forse potreste riuscirci e forse potreste anche riuscire a collaborare con la NASA, l’Ente Spaziale Americano. La NASA, infatti, per la prima volta si apre alla collaborazione di menti esterne che possano in qualche modo fornire soluzioni o idee innovative per i mezzi marziani del futuro. Si, perché proprio di questo si tratta. La NASA ha reso disponibili sulla piattaforma GitHubil progetto open source con le istruzioni e i progetti per realizzarsi in casa un ROVER, uno di quei simpatici mezzi a 6 ruote sterzanti capaci di procedere su qualunque tipo di terreno. Vi ricordate Curiosity, l’eccezionale rover poggiatosi sulla superficie marziana che ha inviato alla Terra montagne di fotografie e informazioni importantissime sulle caratteristiche del pianeta rosso fino ad ora sconosciute? Si, proprio lui. Adesso potrete costruirvene uno pure voi a casa spendendo solamente 2.000 dollari.

La NASA, ha infatti reso pubblico il Jet Propulsion Laboratory (JPL) Open Source Rover (OSR), il kit digitale liberamente scaricabile che renderà tutti esploratori spaziali.

Gli elementi da assemblare sono tutti facilmente reperibili sui normali cataloghi di forniture elettroniche ma richiedono una attrezzatura base da laboratorio composta da una sega a nastro per tagliare il metallo, un trapano, un saldatore, cesoie, chiavi inglesi ed altri accessori da ferramenta. Il kit è composto dagli elementi di Curiosity e cioè sospensioni Rocker-Bogie, sterzo angolare e differenziale pivotante che, permette il movimento su terreni accidentati, Raspberry Pi l’unità di calcolo centrale. Secondo i realizzatori del progetto, una volta acquistati i pezzi e l’attrezzatura necessaria, è possibile assemblare il rover in circa 200 ore di lavoro per una persona pratica di assemblaggio e modellismo.

Il kit, molto dettagliato fornisce informazioni passo passo per la costruzione, ma è strutturato in modo da lasciare autonomia di scelte al novello scienziato. Ognuno potrà decidere, lungo il percorso, cosa aggiungere o sottrarre al proprio rover. Pannelli solari, telecamere USB, controller o altro.

Mik Cox il project manager del progetto, crede che questa sperimentazione possa servire ad avvicinare il mondo dell’esplorazione alle nuove generazioni, agli scienziati in erba e ai giovani ricercatori e ingegneri, fornendo già in età scolare gli strumenti di creatività che potrebbero essere disponibili solo successivamente, così da stimolare tanti a intraprendere indirizzi del genere.

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Ott 172018
 

In Australia, terra giovane e pioniera di tante iniziative a livello globale, sta per avviarsi un progetto frutto di un enorme investimento economico fatto dal multimilionario Brian Flannery proprietario di resort turistici nel grande continente. Flannery, ha deciso di investire ben 4 milioni di dollari in un progetto eco-turistico che, si inserisce in una politica nazionale volta allo sviluppo del turismo sostenibile come chiave per lo sviluppo di questo settore sfruttando l’energia solare. Ma di cosa si tratta?

Utilizzando un vecchio treno con più di 70 anni di età, si avete letto bene 70, il visionario magnate ha restaurato locomotiva e carrozze della vecchia Byron Bay Railroad Company ricoprendo tutta la superficie del tetto con pannelli fotovoltaici in grado di produrre 6,5 chilowatt di potenza. Grazie a questi, l’iconico treno riuscirà a percorrere una prima tratta di circa 3 chilometri sulla linea nella Byron Bay, zona turistica del Nuovo Galles del Sud.

Il treno sarà in grado di trasportare circa 100 eco-turisti lungo un percorso storico non consumando gasolio ne carbone e ad impatto zero. Lungo il percorso è posta una stazione di ricarica sempre solare, in grado di erogare circa 30 chilowatt di energia nei casi in cui, a causa delle avverse condizioni atmosferiche, il treno non potesse ricaricarsi autonomamente. Già con la sua ricarica fotovoltaica, il treno è in grado di compiere la tratta per 15 volte. Inoltre, un sistema di frenata a recupero di energia, riesce a accumulare altra elettricità dall’energia dissipata durante questa.

A voler essere precisi, non è il primo esperimento di mezzo riconvertito a energie Green sul pianeta, ma è sicuramente il primo ad utilizzare esclusivamente energia pulita perché gli altri hanno comunque un sistema alternativo con motori  scoppio.

Ott 102018
 

Se pensiamo alla NASA, ossia l’ente spaziale americano, la nostra mente ci porta subito alle navicelle, alle sonde di esplorazione spaziale, alle conquiste nella ricerca di altri mondi. Ma la NASA non si occupa solo di questo, bensì le ricerche si allargano in infiniti campi che sono in qualche modo interconnessi con le attività spaziali.

I mezzi ideati per l’esplorazione di altri pianeti, sono anch’essi costituita da infinite parti, frutto di studi e ricerche per renderli adattabili ad altri mondi o a situazioni imprevedibili. Tra le innovazioni ha sicuramente un risalto particolare il Superelastic Tire, ossia il nuovo concetto di pneumatico. L’idea che sta alla base di questa nuova grande innovazione, è lo pneumatico senza aria, non soggetto quindi ai limiti che le normali ruote hanno sulla Terra.

Sono realizzati con leghe a memoria di forma che costituiscono la struttura rigida capace di migliorare enormemente questo oggetto. Gli studi in questa direzione erano già stati avviati parecchi anni fa, quando la NASA sviluppò un nuovo concetto di pneumatico usando per i rover lunari acciaio per molle, che si dimostrò essere un buon compromesso. Questi pneumatici a molla airless, però, quando dovevano sopportare grossi carichi, erano soggetti a deformazioni permanenti. Il salto di qualità avvenne quando lo scienziato dei materiali Santo Padula fece casualmente una visita al laboratorio Simulated Lunar Operations (SLOPE) del Glenn Research Center della NASA. Egli suggerì la sostituzione della struttura in acciaio airless con quella a leghe a memoria di forma nei rinforzi radiali sullo pneumatico. La lega utilizzata, è una particolare combinazione di nichel e titanio stechiometrico che è capace di riorganizzarsi a livello atomico riacquistando la sua forma una volta che il carico viene tolto. Lo pneumatico con questa combinazioni di materiali è in grado di deformarsi fino al 30% in più rispetto ai precedenti, senza modifiche o danni permanenti sulla sua superficie.

Un tipo di soluzione del genere porta con se evidenti vantaggi. Lo pneumatico non deve essere gonfiato e conseguentemente non può esplodere, non serve un telaio interno di rinforzo il che si traduce in una riduzione del peso. In questo modo i rover possono essere regolati con carichi differenti, adattati a più tipi di terreno e resistere a gravità diverse.

Il sistema Superelastic Tire è stato evidentemente studiato per le missioni spaziali e per i rover che devono affrontare gli ambienti sconosciuti di Marte, ma il loro uso anche in ambito civile pare possa essere possibile. Il problema maggiore sarebbero la velocità ed i costi, ma per veicoli che viaggiano solo a bassa velocità o su terreni asfaltati, i vantaggi potrebbero essere diversi.

Ott 082018
 

Quando parliamo di trasporti terrestri, non possiamo non menzionare il trasporto su rotaia, ossia treni, metropolitane e tram. Si tratta di mezzi adibiti al trasporto sia di persone che di merci e tra i mezzi terrestri sono i meno inquinanti perché alimentati quasi esclusivamente ad elettricità. Nel passato, invece, i treni erano alimentati a carbone ed erano molto inquinanti.

Sono definiti trasporti su ferro o rotaia, perché a differenza dei mezzi su gomma i treni corrono su una linea ferrata, ossia una coppia di binari paralleli.

Tutti i treni sono costituiti dagli stessi elementi: una locomotiva o locomotore, normalmente posta in testa al treno e dotata di motore capace di generare una potenza sufficiente a far muovere l’intero convoglio. Oggi i motori elettrici di cui sono dotati, prelevano la corrente attraverso una struttura a molla chiamata pantografo, che sollevandosi a arriva a toccare i cavi dell’alta tensione sospesi a circa un metro dal tetto del treno.

Le locomotive possono essere anche due poste o in sequenza o una in testa e l’altra in coda al treno come nel caso delle metropolitane in modo da poter cambiare direzione senza cambiare binario.

Agganciate alla locomotiva, troviamo le carrozze o vagoni, convogli che possono contenere persone o merci. Possiamo avere carrozze letto, cioè dotate di cuccette o vere e proprie camere per lunghi viaggi notturni, carrozze ristorante e inoltre i moderni treni sono dotati di molti sistemi di intrattenimento come il wi-fi o le prese USB per la ricarica dei cellulari.

Le cabine di pilotaggio dei treni moderni sono tecnologicamente molto avanzate, dotate di strumentazioni di controllo e sensori che avvisano di ogni possibile anomalia sul treno.

Alcuni treni, scorrono su binari sotterranei in percorsi sotto le nostre città. Sono le metropolitane. Si tratta di un moderno sistema di spostamento ideato per alleggerire le città dal caos e dal traffico e consentire alle persone spostamenti rapidi. Serve esclusivamente per il trasporto di persone. Le stazioni sono ubicate in corrispondenza dei punti più importanti turisticamente o commercialmente della città in modo da assorbire buona parte del traffico pedonale in superficie. Normalmente la frequenza dei viaggi delle metropolitane è di molto superiore a quella dei treni a lunga percorrenza.

Infine, il trasporto su rotaia avviene anche nei centri urbani in superficie. Si tratta dei tram, ossia treni con poche carrozze che circolano in mezzo al traffico cittadino o in aree riservate per consentirne una mobilità più rapida. In genere, però, questi binari incontrano le reti viarie su gomma, sono soggette a stop dovuti a semafori e incroci. Anche in questo caso la fermate (non stazioni) sono localizzate in punti chiave della città.

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Ott 042018
 

Quando parliamo di mezzi su ruota pensiamo subito alle auto perché sono le più diffuse e quelle che in qualche modo fanno parte del nostro quotidiano. Ma in realtà il numero di mezzi è molto più ampio; dalle 2 ruote, come le biciclette, gli scooter e le moto a mezzi con molte ruote come autobus e camion per finire a mezzi fortemente innovativi come hoverboard, bighe e affini.

I MEZZI A 2 RUOTE

BICICLETTA

Tra i mezzi su ruote, il più diffuso è la bicicletta. E’ uno dei mezzi più antichi, nasce in Francia nel 1791 e diventa presto uno strumento per gli spostamenti molto diffuso, perché grazie all’uso intelligente delle leve, riesce a far spostare con facilità e molto più velocemente chi la guida. E’ costituita essenzialmente da un telaio, la struttura metallica che sostiene il tutto a cui sono agganciate tramite una forcella, le due ruote. Normalmente quella motrice, cioè quella che ci consente di muoverci, è quella posteriore collegata attraverso una serie di ingranaggi (ruote dentate, catena, cambio) con la base del telaio, dove troviamo i pedali, gli strumenti attraverso i quali imprimiamo la spinta con le gambe. Sul telaio stesso, sono poi fissati la sella, che ci consente di stare seduti mentre pedaliamo e il sistema di guida costituito dal manubrio.

Da qualche anno sta vivendo una seconda giovinezza perché non essendo alimentata da carburanti la rende assolutamente ecologica e soprattutto perché ci costringe a fare del moto risultando così anche salutare.

Si stanno affermando delle varianti elettriche con pedalata assistita, dotate di un motore elettrico che interviene quando la strada si fa più dura.

SCOOTER e MOTOCICLETTE

Più moderni, sono il simbolo delle città contemporanee. Alimentati con carburanti fossili come le automobili sono perfetti per gli spazi urbani, dove la loro maneggevolezza e dimensione consente spostamenti rapidi e ricerca di parcheggio quasi nulla. Presentano gli stessi elementi di una bicicletta, ma montano un motore per cui non è richiesta forza muscolare e hanno una sella molto più grande. La differenza tra uno scooter e una moto, a parte la cilindrata più grossa per le moto ovviamente, è la struttura del telaio aperto superiormente senza serbatoio tra le gambe, meccanica non a vista, pedane poggia piedi e ruote di diametro inferiore.

HOVERBOARD

Sempre più spesso troviamo in giro gli hoverboard, piccole pedane dotate di motore elettrico e giroscopio, leggere, trasportabili, veloci. Il movimento è provocato dallo spostamento del nostro peso distribuito sulle pedane: in avanti, provoca l’avanzamento dell’hoverboard e l’accelerazione è maggiore quanto maggiore è lo sbilanciamento. Spostando il peso all’indietro, il mezzo si sposta nella stessa direzione e per curvare dobbiamo piegarci nella direzione in cui vogliamo andare.

Guidare un mezzo di questo tipo richiede comunque grande perizia e un ottimo equilibrio.

LE AUTO

Nate alla fine dell’800, la loro diffusione, ha avuto un grosso impulso quando sono state dotate per la prima volta di motore a scoppio dopo la prima guerra mondiale. Da allora la loro affermazione è stata inarrestabile. Il numero di tipologie e i modelli sul mercato rendono la classificazione delle auto quasi impossibile anche se le case automobilistiche e i media inventano continuamente nuovi segmenti di mercato per spingere le vendite. A livello europeo si distingue tra M e N, dove i primi sono i mezzi per il trasporto delle persone, mentre il secondo per quello delle merci.

La classificazione per segmenti, invece, è più articolata e in generale è così composta:

  • segmento A: vetture di piccole dimensioni come le mini car, caratterizzate da ridotti ingombri;
  • segmento B: small cars che vi rientrano sono tutte le vetture utilitarie, dotate di carrozzeria a due volumi e trazione anteriore;
  • segmento C: vetture medium cars, che presentano medie dimensioni note come berline;
  • segmento D: dedicato alle large cars, ossia auto berline dalle medio / grandi dimensioni;
  • segmento E: executive cars, berline di grandi dimensioni a tre volumi;
  • segmento F: luxury cars auto berline lussuose e di grandi dimensioni.

Oltre a queste, per identificare altre tipologie di auto che non rientrano nei precedenti troviamo il segmento S per le auto sportive; il segmento J per identificare i Suv e fuoristrada; il segmento M per indicare i minivan o i van.

Indipendentemente dalla tipologia, le auto sono composte tutte dagli stessi elementi. La scocca o telaio che rappresenta la struttura portante sulla quale sono montate tutte le altre parti. La carrozzeria, ossia l’involucro dell’auto, quello che ne definisce la forma e il design, il motore che consente all’auto di muoversi, può essere a benzina, diesel, gas, metano o elettrico riducendo in questo modo anche le emissioni inquinanti nell’atmosfera. Il sistema di guida è l’insieme dei meccanismi che consentono all’auto di poter essere direzionata. Completano le auto altri sistemi come l’intrattenimento di bordo, il bluetooth, l’antifurto, il condizionamento, l’illuminazione, ecc.

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