Dic 132014
 
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Pompei

Viene dall’Italia e in particolare da Portici in provincia di Napoli, un nuovo strumento e una nuova metodologia per prevedere le eruzioni vulcaniche. Si tratta di una nuova tecnica in sperimentazione che basa il suo fondamento sulla misurazione dell’anidride carbonica che si produce prima di ogni eruzione dentro il canale eruttivo del vulcano. Il progetto, denominato Bridge, ha lo scopo di anticipare le eruzioni e pre-allertare le popolazioni circostanti e non a caso il centro di studi è a Portici, alle pendici del Vesuvio, ritenuto da molti uno dei più pericolosi vulcani esistenti al mondo. Proprio la sua tranquillità ricorda il disastro di Pompei, dove l’intera popolazione della cittadina campana fu distrutta in una notte prima che potesse scattare qualsiasi sistema di avviso per farli fuggire.

La tecnica sperimentata, utilizza un sofisticatissimo tipo di laser denominato Billi, capace di misurare la concentrazione di anidride carbonica nei gas vulcanici. Il laser, misurando il livello di biossido di carbonio nei gas vulcanici, consente di stabilire l’imminenza o meno di una eventuale fase eruttiva del vulcano.

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Questo laser è in grado di misurare tale presenza anche a distanza di un chilometro e con sistema di specchi, può essere orientato in modo di rilevare il pennacchio di fumo vulcanico in qualunque direzione esso sia orientato.

Alessandro Aiuppa, responsabile del progetto e componente della Commissione Grandi Rischi come esperto di vulcanologia ha presentato il lavoro affermando che tutte le eruzioni vulcaniche sono precedute per settimane o mesi dalla fuoriuscita anomala di fluidi. La speranza è che questa ricerca porti allo sviluppo di un nuovo sistema di monitoraggio in grado di far anticipare il fenomeno eruttivo e creare un sistema di pre-allarme per tutte le città popolazioni residenti nei pressi di un vulcano.

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