Dic 082013
 
Alunni Articolo scritto da: MATTEO MAZZA
Classe: 2H – Anno: 2012-13

Prefazione a cura del prof. BETTO

E’ l’edificio contemporaneo più famoso al mondo; è l’hotel più incredibile e più alto del pianeta; è il simbolo di Dubai e della ricchezza sfacciata di questo Emirato. Saranno forse questi gli aspetti che hanno ispirato Matteo a narrarci le meraviglie del Burj Al-Arab? Torre degli Arabi, questa è la traduzione del suo nome. Un capolavoro di ingegneria e di visione architettonica. Ispirato al vento e alle vele degli Abra arabi, questo edifico è diventato una icona architettonica, un immagine a cui ispirarsi nella progettazione. Leggiamo insieme quanto descrittoci da Matteo e sogniamo con lui in questo viaggio nel Mar dei Pirati.

BURJ AL-ARAB

Burj-Al-Arab

Burj-Al-Arab-logoIl Burj al-Arab con la sua inusuale forma “a vela” è il successo di una equipe di architetti che aveva il compito di progettare uno dei migliori alberghi del mondo per lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum. L‘albergo è situato su un isola artificiale collegata da un ponte di 280 metri, la sua altezza di 320 metri lo rende il 2° albergo più alto al mondo dopo la Rose Tower anch’essa a Dubai. L’hotel è provvisto di eliporto dove nel 2005 per l’occasione fu allestito un campo da tennis all’altezza di 211 metri sul mare per una partita di esibizione tra i due campioni Roger Federer e Andrè Agassi. Tutte le camere sono suite e hanno superfici variabili tra i 170mq e i 780mq producendo una rendita annuale di circa 100 milioni di euro; le stanze vengono a costare da un minimo di 600 euro a notte fino ai 9.000 euro per la royal suite.

Burj Al-Arab

La facciata principale del Burj Al-Arab è fatta in materiale tessile rivestito di teflon, inoltre il Burj Al-Arab è l’unico edificio che vanta le sette stelle. Oro 22 carati, stoffe preziose e marmi di Carrara e brasiliani, rivestono ogni angolo di questo meraviglioso edificio.

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La notte, a intervalli di 15 minuti, l’albergo cambia colore attraverso un sofisticatissimo sistema di illuminazione studiato per creare un effetto scenico ma in modo da non infastidire gli ospiti che soggiornano all’interno. L’albergo è dotato anche di un ristorante al livello del mare circondato da un acquario immenso. Oltre ai vari record il Burj Al-Arab vanta anche quello dell’atrio più alto del mondo, ben 181 metri. Una curiosità: 90 delle 200 suite dell’hotel furono prenotate dalla modella Naomi Campbell per ospitare gli invitati al suo compleanno.

GENESI PROGETTUALE:

La sua costruzione iniziò nel 1994 e finì nel 1999 e la sua realizzazione non fu libera da difficoltà realizzative e progettuali.

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Blocchi di pietra cavi dell’isola artificiale

I primi problemi nella costruzione dell’hotel sorgono nel momento della realizzazione dell’isola artificiale. Inizialmente si volevano fare i margini in roccia, un materiale facilmente reperibile, però l’altezza delle onde avrebbe facilmente superato la barriera; allora gli ingegneri risolsero il problema sostituendo alle rocce, blocchi in pietra cavi. Quando arrivava un onda, questi la facevano filtrare attraverso i buchi creando dei mulinelli; nella sua forma finale, l’isola arrivò a misurare un’altezza di 7 metri.

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Burj Al-Arab in costruzione

Il successivo passo attuato dagli ingegneri fu quello di mettere delle travi d’acciaio a 20 metri di profondità in modo da creare una base triangolare che, grazie a degli scavatori che rimuovendo la sabbia in eccesso, hanno creato una fossa che successivamente è diventata una parte delle fondamenta. Nonostante i blocchi di pietra cavi gli addetti alla sicurezza temevano che l’acqua spinta dalla pressione potesse comunque passare attraverso la sabbia allagando la struttura dal basso. Il problema venne risolto grazie a una parete di cemento che fu posta sotto la struttura.

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Burj Al-Arab prospetti

Ulteriori problemi sono comparsi quando cercando i fondali rocciosi si scoprì che questi si trovavano a circa 180 m di profondità, perciò si sarebbe dovuto costruire l’edificio sulla sabbia dunque l’hotel sarebbe stato soggetto ai pericoli causati dalle intemperie ma soprattutto dai terremoti. Per risolvere questi problemi gli architetti sono ricorsi all’attrito di superficie cioè, una volta accertato che la sabbia nel fondale fosse stata decalcificata, hanno impiantato 250 pali per una lunghezza totale di 10 chilometri fino a che la forza di spinta sul palo, per farlo entrare nel terreno, e la forza di resistenza della sabbia non fossero stati uguali.

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Esoscheletro e travi in acciaio

Le fragili pareti però non avrebbero potuto resistere agli elementi perciò gli architetti risolsero il problema ricoprendo tutto con un esoscheletro d’acciaio. Ma i problemi non finirono li: la struttura era costituita da 3 grandi pilastri portanti che rendevano l’edificio ancora più instabile; per rinforzare tutta la struttura i pilastri furono legati tra di loro con delle travi.

Anche il posizionamento delle travi risultò un ulteriore ostacolo perché queste dovevano essere inserite con molta precisione e a Dubai gli sbalzi di temperatura possono essere anche di 14 gradi tra giorno e notte. Questo faceva dilatare il ferro fino a 5 centimetri. Ancora una volta fu richiesta un’innovazione tecnologica per sopperire a questo nuovo intoppo. Uno dei progettisti lo risolse modo ingegnoso, realizzando dei fori “mobili”, cioè capaci di spostare la propria posizione in modo da far combaciare il perno d’acciaio e lasciarlo libero di scorrere durante le dilatazioni naturali del metallo, stabilizzando comunque la struttura.

Copertura in Teflon

Nonostante tutto la parte superiore dell’edificio risultava ancora fragile e facilmente attaccabile dai feroci venti di Dubai. Non si potevano usare altre travi perché avrebbero ulteriormente appesantito la facciata dell’edificio rovinandone l’eleganza e la leggerezza. Per salvaguardare la struttura vengono montati 11 ammortizzatori di massa cosi che il peso di 5 tonnellate oscillasse insieme al palazzo riportando le oscillazioni nella norma.

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Ristorante sospeso

Ma per gli ingegneri non finì qui. Lo sceicco pose una nuova sfida al team; quella di realizzare un ristorante posto di fianco all’hotel tale da dare l’impressione a chi vi sta all’interno di stare in cielo. Un ristorante in quella posizione è destinato a cadere a causa della forza di gravita; però grazie all’idea di un membro della squadra il ristorante fu costruito in modo da avere la struttura portante principale integrata, così da nasconderla, e sporgersi nel vuoto per tutta la sua estensione.

Per lavorare con materiali sensibili al calore venne posto un enorme telo bianco rivestito di teflon il cui colore fu scelto proprio perché lo respingeva. Quasi arrivati alla fine del progetto il team assunse una nuova dipendente per arredare gli interni perché lo sceicco trovò i precedenti poco sfarzosi. Inoltre, chiese di dotare le stanze di ogni gadget tecnologico possibile e questo richiese una quantità di energia elettrica pari a 14 kilobyte di potenza per camera. Le frequenze emesse dai fili, avrebbero potuto sciogliere il rivestimento in teflon e causare un incendio. La soluzione fu quella di generare un’onda con frequenza opposta a quella creata dal sistema elettrico in modo da annullare la precedente e scongiurare il pericolo di incendio.

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Finalmente nel 1999 il Burj Al-Arab venne completato diventando il simbolo che noi oggi tutti conosciamo. Durante la sua costruzione ha totalizzato ben 3 record: il primo è quello dell’edificio con il più grande atrio del mondo, poi quello dell’edificio ricoperto dalla tela più grande al mondo mentre il terzo record è quello dell’unico hotel a poter vantare ben sette stelle.

PROGETTISTA:

Tom WrightL’architetto che ha realizzato il Burj Al-Arab è Tom Wright, britannico, nato il 18 settembre 1957. Tom è nato a Croydon una cittadina vicino Londra ed ha studiato alla Royal Russel School e alla Kingston University dove si è laureato in architettura. Abilitato nel 1983, diventò architetto svolgendo questa professione dal 1991 fino ad oggi.

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https://www.youtube.com/watch?v=647fNem490k

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Set 222011
 

  • Visibile da 60 miglia di distanza;
  • Costato 4,1 miliardi di dollari;
  • 230.000m3 di cemento usato durante la costruzione;
  • 22 milioni di ore lavoro per la realizzazione;
  • 26.000 pannelli di vetro di rivestimento;
  • 10° di differenza di temperatura tra la base e la sommità;
  • 160 stanze nell’Armani Hotel;
  • 3.000 gradini dal terreno alla cima;
  • 217 milioni di dollari per la costruzione delle fontane esterne;
  • 160 piani;
  • la mosche più alta del mondo al 158° piano;
  • la discoteca più alta del mondo al 148° piano;
  • 308 metri più alto del Taipei 101 a Taiwan;
  • la più alta piscina al mondo 76° piano.

Questi alcuni dei numeri dell’ottava meraviglia del mondo moderno, l’edificio più alto del pianeta che, alla data della sua inaugurazione ha raggiunto quota 828 metri superando di ben 308,8 metri l’edificio fino a quel momento più alto al mondo, il Taipei 101.

Opera architettonica destinata a diventare il simbolo di un’epoca, rappresentazione di un nuovo traguardo umano, destinata a travalicare il tempo rappresentando nell’immaginario collettivo l’ingegno e la capacità umana.

Il 4 gennaio 2010 resterà una data storica, quella in cui è stato inaugurato il più alto grattacielo al mondo nonché la più alta struttura mai realizzata dall’uomo. 1325 giorni di lavoro hanno visto coinvolti nell’opera faraonica migliaia di operai e tecnici.

Il 4 gennaio 2010 è nato il BURJ KHALIFA, la meraviglia architettonica che ha consacrato definitivamente l’Emirato di Dubai come la mecca dell’architettura contemporanea, il luogo in cui ogni sogno può diventare realtà. Inizialmente la torre si sarebbe dovuta chiamare BURJ DUBAI (burj in arabo significa torre, quindi la Torre di Dubai), ma la crisi economica ha colpito duramente anche quest’Emirato che non basa la sua ricchezza sul petrolio come gli altri. L’intervento dell’Emiro Khalifa bin Zayed Al Nahayan, attuale presidente degli Emirati Arabi Uniti, ha scongiurato il crack finanziario di Dubai, salvandone l’immagine e il prestigio. Il principe emiro Mohammed bin Rashid Al Maktum, attuale presidente dell’Emirato di Dubai, nonché vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti, per ringraziare l’amico ha cambiato all’ultimo momento il nome in Burj Khalifa ossia la Torre di Khalifa.

Per rendersi conto dell’immensità dell’opera realizzata, basti pensare che l’edifico più alto fino al 4 gennaio 2010 era il Taipei 101 di Taiwan “solo” 509 metri e che l’Empire State Building, l’edificio più alto della città dei grattacieli, New York, è solo 381 metri.

Tanti sono stati i progetti e le idee che hanno infiammato il mondo, per la realizzazione di edifici che superassero le leggi stesse della fisica, ma per ora solo lui, Burj Khalifa, ha concretizzato i sogni dell’umanità, dei suoi progettisti e della società che lo ha realizzato. Record che probabilmente per le difficoltà tecniche e costruttive, è destinato a resistere per molto tempo.

La EMAAR (in collaborazione con la Samsung C&T e la Arabtec), società che ha finanziato l’opera ha mantenuto il segreto sulle tecniche costruttive e sulle soluzioni da adottare per la sua realizzazione. Le difficoltà sono state tante, soprattutto per le temperature estive che, di giorno possono raggiungere con facilità anche i 50° C e i venti fortissimi che, ad alta quota, insistono con violenza sulle superfici esposte dell’edificio.

L’inaugurazione, come tutto in questa parte del mondo, è stata grandiosa. Fuochi d’artificio sincronizzati con la musica, fontane d’acqua realizzate dagli stessi realizzatori del Bellagio a Las Vegas, mega-screen che proiettavano immagini epiche e suggestive, cannoni di luci e oltre 100.000 persone ad assistere all’evento. Riprese in mondovisione e festeggiamenti da Mille e una Notte. Alla base della Torre è stato anche inaugurato il Mall of Dubai, ovviamente il più grande centro commerciale al mondo.

L’evento è stato particolarmente seguito per una serie di colpi di scena creati ad arte per aumentare nell’opinione pubblica l’attesa e lo stupore. Infatti, fino al momento dell’inaugurazione sono stati tenuti segreti l’altezza e il nome.

700 appartamenti, dal 45° al 108° piano venduti in otto ore al prezzo modico di 35.000$ al metro quadrato. Il primo Armani Hotel al mondo fino all’ottavo piano, con le suite al 38° e 39° piano. Centosessanta stanze, cinque ristoranti, una spa, l’Armani Privè e gli spazi Armani Fiori, Armani Dolci e Armani Galleria al costo di 600€ a notte.

Al 124° piano, il 5 gennaio 2010 è stato inaugurato l’Osservatorio, la più alta piattaforma di osservazione al mondo. Qui, migliaia di turisti possono osservare l’intera città (con una visione a 360°), attraverso l’uso di un sofisticato cannocchiale dotato di schermo LCD anziché il classico oculare. Ingresso al costo non economico di 20€ con prenotazione obbligatoria e limite di orario oppure 80€ per l’ingresso VIP senza le limitazioni precedenti.

Nel regno dell’eccesso non poteva mancare lo shopping che qui assume proporzioni gigantesche. Mall of Dubai ossia il più grande centro commerciale del mondo 420.000 m2, 1300 negozi, 16.000 posti auto. All’interno di un’area così vasta e rappresentativa, non potevano mancare le attrazioni: un cinema Multiplex con 22 sale e il “Dubai Aquarium & Underwater Zoo” anche esso nel Guinness dei primati per innumerevoli records infranti.

All’esterno del Dubai Mall è presente la più grande ed alta fontana luminosa con getti d’acqua servo-controllati al mondo. Pilotata da un sofisticatissimo sistema informatico con centinaia di valvole elettromeccaniche, la fontana luminosa crea ogni 20 minuti uno spettacolo serale fantasmagorico di luci e colori. Questa, spara l’acqua ad un’altezza di 150 metri in modo sincrono con il brano musicale che viene eseguito. La lunghezza è di circa 275 metri e si trova all’interno del lago artificiale di fronte al Burj Khalifa ed al Mall of Dubai.