Ott 052012
 

A un anno dalla morte del grande genio visionario della Apple, la sua creatura posta sul sito ufficiale un video commemorativo per ricordarlo. Un momento di riflessione per ricordare la sua scomparsa, la sua creatività, la sua umanità.

Ho pensato potesse farvi cosa gradita vedere sulle pagine del nostro sito questo breve ma intenso ricordo.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=3GnCGVlbOe8&w=480&h=360&rel=0]

 

Ott 042012
 
LINEE PERPENDICOLARI
Dati LINEE ORIZZONTALI e VERTICALI distanti 2 quadretti e poi 1 quadretto
CONSEGNE:
Consegna 1 LINEE PERPENDICOLARI 1
Consegna 2 LINEE PERPENDICOLARI 2
Digit Esegui le consegne in digitale utilizzando il CAD
DIFFICOLTA’ e CLASSE:
Livello Classe
STRUMENTI NECESSARI:
DESCRIZIONE:

usando un foglio a quadri dal quadernone, effettuiamo la sua squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA). Utilizzeremo l’area da disegno (quella gialla) per realizzare le consegne delle 2 schede sotto.

LINEE PERPENDICOLARI 1

posizionando il foglio in verticale (ossia con il lato corto verso di noi) e i fori a sinistra, procediamo nel seguente modo:

è importante notare come queste schede di disegno siano la sovrapposizione di altre due schede, quella sulle linee orizzontali e quella sulle linee verticali. Per cui bisognerà procedere nel seguente modo:

LINEE PERPENDICOLARI 2

Ripeti la stessa procedura distanziando, questa volta, le linee solo di 1 quadratino. Otterrai una sequenza con il doppio delle linee rispetto alla consegna precedente.

  • procedere come per l’esercizio precedente fino ad aver riempito tutta l’area da disegno.

ESERCIZI CORRELATI:
Ott 022012
 
PERPENDICOLARE PUNTO MEDIO SEGMENTO
Dati SEGMENTO A-B lungo 10 cm o secondo indicazione del docente
CONSEGNE:
Consegna 1 Esegui la costruzione geometrica
Digit Esegui le consegne in digitale utilizzando il CAD
DIFFICOLTA’ e CLASSE:
Livello Classe
STRUMENTI NECESSARI:
DESCRIZIONE:

Prima di iniziare, pulisci il piano di lavoro e gli strumenti da disegno. Usando un foglio F4 liscio, effettua la sua squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA). Utilizzeremo l’area da disegno (quella gialla) per realizzare le consegne.

PROCEDURA OPERATIVA

posizionando il foglio in orizzontale (ossia con il lato lungo verso di noi), procediamo nel seguente modo:

STEP #01 – posizioniamo la nostra riga o squadretta con inclinazione a piacere sul foglio e tracciamo per essa una retta r;

STEP #02 – tracciamo sulla retta r un segmento di lunghezza data A-B;

STEP #03 – adesso, puntiamo il compasso in A con apertura A-B pari alla lunghezza del segmento dato e tracciamo un arco di circonferenza su entrambi i lati della retta r;

STEP #04 – allo stesso modo, puntiamo il compasso in B con la stessa apertura A-B pari alla lunghezza del segmento dato e tracciamo un altro arco nella direzione opposta. È importante che i due archi si intersechino reciprocamente nei punti 1 e 2;

STEP #05 – per completare l’esercizio uniamo i punti 1 e 2 con il righello o la squadretta e tracciamo per essa una linea. Quest’ultima è la perpendicolare al punto medio del segmento A-B, ossia quella retta che passa esattamente per il suo centro e forma con essa un angolo di 90°.

VIDEO

Ott 022012
 
LE FORZE

Per costruire una struttura servono materiali molto resistenti e in grado di sopportare forti sollecitazioni; le principali sollecitazioni sono trazione e compressione. Con la trazione i materiali si allungano, con la compressione i materiali si schiacciano.

Molte volte, le forze non agiscono da sole, ma sono composte insieme a formare nuove sollecitazioni complesse come la flessione. In pratica, quando una trave sopporta un forte carico centrale, si piega; in questo modo, la parte superiore subisce una deformazione di compressione (ossia le fibre si accorciano) mentre la parte inferiore subisce una deformazione di trazione (le fibre si allungano). Lungo l’asse medio, la trave non subisce alcuna deformazione, ossia le fibre non si allungano e non si accorciano.

IL TRILITE

Il trilite è una struttura architettonica semplice, il cui nome deriva dal greco (tri=tre + lithos=pietra) piuttosto comune nei monumenti megalitici. E’ una struttura formata da due elementi disposti in verticale (piedritti) e un terzo appoggiato orizzontalmente sopra di essi (architrave).

Il vantaggio è quello che in questo tipo di strutture le forze spingenti sono solo verso il basso e quindi non agiscono spinte laterali; gli svantaggi sono legati alla limitatezza della distanza tra i piedritti definita “luce”.

Nell’antica Grecia il sistema trilitico era alla base degli ordini architettonici classici, dove i sostegni verticali sono rappresentati dalle colonne, mentre e quello orizzontale dall’architrave.

L’ARCO

L’arco è una struttura architettonica basata sulla forma curva che appoggiata su due piedritti. La parte curva si compone di una serie di elementi a forma trapezioidale chiamati conci o cunei, cioè pietre tagliate o laterizi disposti in maniera radiale verso un ipotetico centro. Nell’arco, ogni elemento sta al suo posto a causa del proprio peso senza aver bisogno di alcun legante; il peso della struttura è in compressione e può sopportare grandi carichi in totale sicurezza.

Il cuneo fondamentale che chiude l’arco e mette in atto le spinte di contrasto è quello centrale, chiamato chiave di volta.

L’arco inteso come struttura bidimensionale è spesso utilizzato in sequenza (acquedotti) o per realizzare aperture. La sua costruzione avviene per mezzo di una impalcatura lignea, che prende il nome di centina.

Tridimensionalmente, l’arco può essere traslato lungo una direzione diventando una volta o fatto ruotare sul proprio asse diventando una cupola.

LA CAPRIATA

La capriata è una struttura architettonica basata sulla forma triangolare, tradizionalmente realizzata in legno, appoggiata su due piedritti ed utilizzata come base per le copertura a falde inclinate. La capriata ha il vantaggio di annullare le spinte orizzontali grazie alla sua forma triangolare nella quale l’elemento orizzontale, la catena, annulla le spinte di quelli inclinati, i puntoni. La capriata è formata dai seguenti elementi:

puntoni – gli elementi inclinati del triangolo strutturale;

catena – rappresenta l’elemento tirante orizzontale del triangolo strutturale; la sua funzione è quella di annullare, tirando verso l’interno i punti di appoggio dei puntoni, le forze divaricanti che agiscono su tali punti; è l’elemento più lungo della struttura, rappresentando l’ipotenusa del triangolo strutturale. Normalmente è formata da un’unica trave che presenta, però, l’inconveniente di inflettersi al centro per effetto del suo stesso peso. Per ovviare a questo limite, la capriata all’italiana è stata dotata di un altro elemento posto in verticale che spezza in due la catena;

monaco – questo elemento ha appunto la funzione di annullare l’imbarcamento che subisce con il tempo la catena e di irrigidire la struttura;

saette o saettoni – anche i puntoni, con l’aumentare della distanza sono soggetti ad imbarcamento, quindi per evitare di aumentare la loro sezione, vengono inseriti questi due elementi che hanno inclinazione opposta a quella dei puntoni. In questo modo i saettoni, scaricano il peso sul monaco impedendo di fatto la flessione dei puntoni.

IL TELAIO

Un telaio o gabbia è una struttura costituita da una intelaiatura di elementi verticali, i pilastri e orizzontali, le travi e i solai.  Questi, nei moderni edifici hanno il compito di sostenere il peso dell’edificio e scaricarlo sul terreno.

Queste strutture, sfruttano moderni sistemi costruttivi, in cui gli elementi sono legati strettamente tra di loro collaborando nella ripartizione dei carichi e delle spinte. I materiali con cui sono realizzati sono il cemento armato e l’acciaio.

IL CALCESTRUZZO ARMATO

Il calcestruzzo armato è un materiale usato per la costruzione di opere civili, costituito da una miscela di cemento (legante), acqua, sabbia e ghiaia e barre di ferro (armatura) annegate al suo interno ed opportunamente sagomate e legate fra di loro.

La realizzazione in cantiere di un pilastro armato è relativamente semplice. Il carpentiere dispone l’armatura in funzione della resistenza richiesta; vengono poi inserite le staffe che legano tali ferri longitudinali. A questo punto viene montata la cassaforma, una struttura scatolare in legno, attorno ai ferri.

 

Con la betoniera, viene colato il cemento dal basso verso l’alto (per evitare lo smescolamento dei componenti) e dopo un periodo variabile dai 21 ai 30 giorni, viene rimossa la cassaforma rivelando il pilastro (o la trave) oramai completamente asciutti e resistenti.

PUOI LEGGERE ANCHE:
  1. LA STATICA DELLE STRUTTURE – VINCOLI e GRADI DI LIBERTA’
  2. SCOMPOSIZIONE TECNICA di un EDIFICIO
  3. LE FONDAZIONI
  4. MURI E PARETI
  5. IMPIANTO ELETTRICO
  6. IMPIANTO TERMICO
  7. IMPIANTO IDRICO-SANITARIO
  8. IMPIANTO DI SCARICO E FOGNARIO
Ott 012012
 

Ancora una volta pubblico sul nostro sito, un interessantissimo articolo realizzato dagli alunni della Dante per l’expo di fine anno, manifestazione che premia attraverso la visibilità, gli elaborati migliori realizzati durante l’anno scolastico in ogni disciplina. E ancora una volta sottolineo, l’impegno, l’attenzione e la passione che ognuno di loro ha saputo mettere nella realizzazione dell’elaborato. Opportunamente guidati e stimolati sono stati in grado di esprimere un ottimo livello di maturazione e hanno raggiunto il grande risultato che vorrei condivideste con me. A questo lavoro è seguita la pubblicazione di un volume di 46 pagine di cui presento qui un estratto. Vi invito, perciò ad una lettura critica di questo articolo con la consapevolezza che la realizzazione è stata effettuata da alunni di 13 anni.

Articolo scritto dagli alunni Gemma Aloisi, Edoardo Cusenza, Russo Claudia, Giulia e Giuseppe Signorelli della classe 3E 2007/08.

La storia del Chrysler Building, inizia agli albori della fortuna di Walter Percy Chrysler, che da apprendista presso i laboratori della Union Pacific Railroad, divenne uno dei più famosi produttori di automobili. Nel 1925 fondò la compagnia che ancora oggi porta il suo nome e per dare alla società una sede degnamente rappresentativa decise di riprendere una vecchia idea costruendo un grattacielo sulla Lexington.

Esso doveva diventare un simbolo, quindi doveva essere il palazzo più alto della città, se non del mondo intero.

L’edificio fu progettato da William Van Alen, allievo dell’Ecole des Beaux Arts di Parigi. Il Chrysler Building fu ideato con una guglia in acciaio inox che con le sue campate a tre archi e le finestre triangolari doveva riprendere il motivo dei radiatori delle auto dell’epoca. Terminato nel 1930, detenne per un breve periodo il primato di edificio più alto del mondo, e anche quando fu superato in altezza dall’Empire State Building, continuò a restare un simbolo inconfondibile della città. La guglia che sovrasta la cima dell’edificio fu mantenuta segreta fino all’ultimo per riuscire a superare in altezza la sede della Bank of Manhattan che, progettata da Severance rivale di Van Alen, stava per essere terminata nello stesso periodo. Il Chrysler Building fu commissionato nel 1929 da Walter Chrysler, magnate dell’omonima industria automobilistica, questo maestoso edificio, che sorge nell’East Side di Manhattan lungo la Lexington Avenue (una delle vie più prestigiose al mondo), è stata la costruzione più alta della Terra fino al 1931. Definita da sempre come l’edificio più lussuoso del mondo, è alta 319 metri e conta 77 piani culminanti con una colossale guglia di acciaio inox (detta Vertex) alta 60 metri che termina con un appuntito pinnacolo.

Van Allen fu contattato dalla Chrysler Corporation per costruire un edificio assolutamente inedito, che si discostasse completamente col filone architettonico tipico dei grattacieli dell’epoca. Nelle intenzioni di Van Allen la torre doveva sembrare simile ad una cattedrale come per stabilire una nuova tipologia di monumentalità per la città moderna. Nonostante la progettazione di uno degli edifici più importanti del Mondo, Van Allen viene ricordato soprattutto per un’aspra controversia avuta col committente Walter Chrysler che, al termine della realizzazione non gli versò nessun compenso per l’opera da lui progettata. In alto, a quota 270 metri di altezza dal suolo, aquile d’acciaio si affacciano minacciose sulla strada per celebrare tutta la potenza di New York.


DESCRIZIONE DELL’EDIFICIO

Di colore grigio-argento chiaro, si erge su una base di venti piani, al di sopra della quale si staglia un fusto intermedio alto 170 metri. Progressivamente, la sezione del fusto si restringe e culmina in una raggiera di acciaio inossidabile con finestre smerlate, sormontata da una guglia.

L’atrio è stato concepito come un mondo magico dagli effetti luminosi, dai costosi marmi color ruggine e dai lucidi metalli e riprendeva l’atmosfera di un allestimento hollywoodiano. Ogni ascensore è stato rivestito internamente con un differente intarsio in legno, con motivi ornamentali che richiamano gli stemmi araldici riportati sul corpo principale dell’edificio. Il rivestimento della torre è intarsiato con mattoni color grigio scuro che risaltano sulle superfici argentee, mentre gli spigoli danno l’impressione di conci angolari di massa maggiore. Le finestre al centro di ogni facciata sono dettagliate per conferire un senso di forze verticali percorrenti l’intera altezza del fusto e terminanti sotto forma di un elemento centrale curvo; esse vogliono simulare i reali movimenti degli ascensori che salgono e scendono nel cuore dell’edificio. Comunque si classifichi stilisticamente il Chrysler building (Art Dèco o forse anche “espressionista”) le sue forme furono tra le più eleganti realizzate fino a quel momento nel campo della progettazione dei grattacieli.

Ma queste apparenze erano anche manifestazioni di fantasia ispirate al cliente: agli spigoli del quarantesimo piano, alla base del fusto principale, furono collocati quattro giganteschi tappi di radiatori Chrysler, in metallo, con relative alette. Accanto ad essi, corre tutto intorno all’edificio un fregio raffigurante ruote di automobili stilizzate con enormi perni argentati per coprimozzi. Il logo zigzagato della Chrysler appariva sulla muratura in mattoni a diversi livelli; in origine, all’interno della cuspide a raggiera e sotto la guglia, si trovava una scatola di vetro che conteneva il primo campionario di strumenti di Walter Chrysler. Intorno alla base della cuspide vennero sistemate delle colossali aquile americane, che si proiettavano come grondoni verso l’orizzonte. Il composito messaggio era chiaro: una celebrazione individuale nell’ambito del sistema economico americano.


IL CHRYSLER IN DATI

Nome: CHRYSLER BUILDING

Tipologia: GRATTACIELO

Città: NEW YORK CITY

Autore: WILLIAM VAN ALEN

Stile: ART DECO’

EpocaNOVECENTO

Realizzazione: PROGETTATO NEL 1928 e cOMPLETATO NEL 1930

Materiale: CEMENTO ARMATO, ACCIAIO e VETRO

Stato di conservazione: OTTIMO

Interno: MARMI E GRANITI, SOFFITTI DECORATI IN ART DECO’

Completato nel 1930, il Chrysler Building è uno dei simboli più noti di New York City. Alto 319 metri, si trova nell’east side di Manhattan, all’incrocio tra la Quarantaduesima strada e Lexington Avenue. Costruito per la Chrysler, l’edificio è oggi posseduto da due società immobiliari, la TMW Real Estate (per il 75%) e la Tishman Speyer Properties (per il restante 25%).

Ultimamente Sorgente Sgr, una delle prime società di gestione del risparmio del settore immobiliare, ha fatto il suo ingresso nel capitale di questo famoso edificio di Manhattan, con il 27,5%. Il Chrysler Building è oggi la costruzione cittadina più alta soggetta a vincolo monumentale. Il 30° piano, riservato alle attrezzature tecniche, è senza finestre ed al loro posto vi è un fregio bicolore in mattoni che rappresenta ruote di automobile con tanto di parafanghi in metallo. Gli angoli dell’edificio sono invece ornati da fregi che riproducono, enormemente ingranditi, i tappi dei radiatori delle vetture della Chrysler.

Tutta la parte alta del grattacielo è rivestita in acciaio inox ed ha una forma tanto caratteristica da essere unica. In puro stile Art Decò, è composta da una serie di archi sovrapposti per ogni lato con le caratteristiche finestre triangolari, che durante la notte vengono illuminate. Infine troviamo la guglia di 60 metri di altezza che fu montata per ultima in gran segreto, la leggenda vuole che ci si impiegasse meno di due ore. All’interno della base della guglia fu realizzata una lussuosa suite di due piani per lo stesso Chrysler. Se l’esterno di questo prestigioso edificio è tanto particolare, l’interno non può essere da meno. L’atrio fu progettato come un immenso salone per esporre le automobili, nel 1978 fu restaurato e ancora oggi si possono ammirare le decorazioni in marmo, granito e acciaio cromato.

Notevoli sono i 18 ascensori le cui porte sono in legno pregiato decorate a intarsio con motivi che ricordano un loto stilizzato. Si può anche ammirare un soffitto dipinto da Edward Rumball che rappresenta i mezzi di trasporto innovativi del XX secolo. Particolarità da notare del Chrysler Building è che al contrario di altri edifici dell’epoca, non presenta né una terrazza panoramica, né ristoranti nei piani più alti.


IL MARCHIO CHRYSLER

La Chrysler, industria automobilistica statunitense, fu fondata nel 1920 da Walter P. Chrysler, un ex dirigente della General Motors, e dalla Maxwell Motor Corporation, un piccola industria del settore. Produsse la sua prima vettura nel 1925 e ha operato a lungo sul mercato nordamericano con i marchi Chrysler, Dodge, Eagle, Jeep e Plymouth. La società ha il suo quartier generale a Auburn Hills, nel Michigan.

Dopo aver rilevato nel 1928 l’azienda auto-mobilistica Dodge, nello stesso anno iniziò la produzione di due nuovi modelli, la Plymouth e la DeSoto, il cui suc-cesso consentì alla Chrysler di supe-rare nel 1933 le vendite della Ford. Interrotta la produzione di autovetture durante la seconda guerra mondiale, in seguito l’azienda non riuscì a innovare né la tecnologia né la linea delle sue vetture, e la sua quota di mercato scese dal 21% del 1952 al 9 % del 1979; questo declino fu solo in parte attenuato dalle commesse della NASA, per la quale costruì diversi elementi delle navicelle spaziali Saturn 1 e 2.

Nel 1978 Lee Iacocca assunse la direzione di un’industria sull’orlo del fallimento, evitato solo grazie a un prestito del governo federale di 1,5 milioni di dollari, molto contestato dalle altre case automobilistiche le cui vendite erano crollate in seguito alla crisi petrolifera del 1979. Il rilancio della società, tuttavia, poté avvenire solo con la chiusura di numerosi stabilimenti e un massiccio ricorso ai licenziamenti. Nel 1984, con una linea di vetture rinnovata, la società iniziò la sua ripresa, soprattutto grazie ai buoni risultati di vendita del Dodge Caravan e della Plymouth Voyager; nel 1987 rilevò l’American Motors Company, la casa produttrice della celebre Jeep. Al momento del pensionamento di Iacocca, nel 1992, l’azienda era al terzo posto nel mercato statunitense. Dopo una serie di risultati non del tutto brillanti, nel 1998 venne annunciata la fusione tra Chrysler e il colosso tedesco Daimler-Benz. Walter P. Chrysler inoltre si occupò di far costruire il grattacielo, avente appunto il suo nome grazie all’aiuto dell’architetto Van Alen.


Galleria

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