Nov 082023
 

Uno dei sistemi più inquinanti del trasporto autostradale è quello dei Tir, gli enormi giganti della strada che emettono grandi quantità di CO2 nell’atmosfera costituendo uno dei più pericolosi sistemi di mobilità per l’ambiente.

La famosa casa automobilistica svedese è impegnata da anni in un progetto di ricerca per tentare di ridurre le loro emissioni inquinanti.

La tecnica utilizzata è quella dei pannelli solari che, ricoprendo… (se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)


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Gen 172021
 

La tecnologia fotovoltaica, ossia quella utilizzata nei pannelli che disponiamo sui tetti delle nostre case, capaci di raccogliere la luce del sole trasformarla in elettricità è soltanto all’inizio e assistiamo continuamente nuove scoperte che ne migliorano le caratteristiche, la qualità e la durata. Uno dei problemi maggiori dei pannelli fotovoltaici e che nella conversione della luce in energia elettrica essi riescono, nelle condizioni migliori, a convertire al massimo i due terzi dei fotoni che li colpiscono.

Partiamo dal ricordare velocemente come funziona la tecnologia fotovoltaica; si tratta di quel fenomeno fisico per cui un materiale semiconduttore trattato con differenti prodotti sulle sue due superfici, diventa un diodo, ossia un componente elettrico in grado di far fluire la corrente solo in una direzione creando così la possibilità di assemblare diverse celle in sequenza per formare una stringa e poi pannelli sempre più grandi, sommando in questo modo le cariche prodotte come fanno le pile in sequenza. Purtroppo questi pannelli sono in grado di convertire soltanto alcuni fotoni, quelli ad alta energia, mentre altri, invece, vengono completamente dispersi o non catturati perdendo una grande quantità di energia che potrebbe essere sfruttata.

Lo studio condotto dalla Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano Bicocca, ha permesso di realizzare nuovi materiali capaci di modificare le proprietà elettroniche di questi pannelli e di ottimizzare il recupero di parte dello spettro solare non utilizzato dai dispositivi fotovoltaici. In pratica, il sole emette radiazioni di diverso colore e quindi con diversa energia che, potrebbero tutti essere raccolti per produrre elettricità e attivare reazioni chimiche, ma sfortunatamente, le tecnologie fotovoltaiche attuali non riescono a realizzare.

I ricercatori dell’Università milanese, hanno progettato un sistema multicomponente in grado di catturare i fotoni sprecati, quelli a bassa energia, e di convertirli in fotoni ad alta energia così da poter sfruttare la parte di spettro luminoso che sfugge agli attuali sistemi. Si tratta di nanocristalli a semiconduttore capaci di assorbire la luce, modificati introducendo al loro interno delle impurezze d’oro il cui scopo è quello di funzionare da ponte energetico tra il nano-cristallo e i convertitori, sfruttando dei meccanismi ultra veloci che avvengono in milionesimi di milionesimi di secondo (picosecondo).

È ovvio che questa ricerca, pubblicata sulla rivista Advanced Materials, ed intitolata High Photon Upconversion Efficiency with Hybrid Triplet Sensitizers by Ultrafast Hole-Routing in Electronic-Doped Nanocrystals, potrà portare nell’immediato futuro allo sviluppo di nuovi nano-materiali ibridi in grado di portare enormi miglioramenti anche in altri campi della fotonica e della fotochimica.

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Feb 082012
 
SOLARE A CONCENTRAZIONE
Indice Argomenti
1 ENERGIA SOLARE
2 IMPIANTI PARABOLICI LINEARI
3 IMPIANTI A TORRE
4 IMPIANTI FRESNEL
M MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO
V APPROFONDISCI CON I VIDEO
Argomenti correlati a Energia Solare
#1 FOTOVOLTAICO
#2 SOLARE TERMICO

Il Sole fornisce quotidianamente una quantità immensa di energia gratuita, pulita e inesauribile. Si è misurato che irraggia ogni metro quadro di superficie del nostro pianeta con 1Kw di energia al giorno. Il Sole, inoltre, determina l’esistenza anche di altre forme di energia sulla Terra; si pensi all’acqua e al vento per citarne qualcuna. Le uniche fonti di energia non influenzate direttamente dal Sole sono la geotermica e la nucleare. Esistono diversi modi per sfruttare e impiegare l’energia solare. Tra questi abbiamo il riscaldamento, la produzione di acqua calda e la produzione di energia elettrica. Il processo che consente di sfruttare l’energia del Sole, è come negli altri casi complesso e richiede diversi passaggi di stato.

ENERGIA SOLARE

Una centrale solare è costituita essenzialmente da specchi o altri strumenti che fungono da captatori per l’Energia Radiante del Sole. Questi concentrano i raggi catturati in un punto chiamato ricevitore che viene fortemente riscaldato trasformando l’energia catturata in Energia Termica. Questa consente di far evaporare dell’acqua che diventa vapore surriscaldato ad alta temperatura, in grado di far ruotare una turbina a vapore; l’energia termica viene così trasformata in Energia Meccanica e infine, attraverso un generatore collegato alla turbina, questa diventa Energia Elettrica.

Innanzitutto bisogna sapere che esistono diversi sistemi oggi in uso per sfruttare l’energia solare. Questi sistemi vengono comunemente chiamati a “concentrazione solare” e sono distinti in:

  • Impianti parabolici lineari;
  • Impianti a torre;
  • Impianti lineari Fresnel.

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IMPIANTI PARABOLICI LINEARI

Schema di Centrale Parabolica Lineare

Sono in assoluto quelli più diffusi. Per ottenere la trasformazione energetica descritta, questo tipo di centrali è costituita da specchi che hanno una forma parabolica, tale da riflettere i raggi solari tutti su di un punto (il fuoco della parabola) dove si trova il tubo assorbitore.

Schema di funzionamento

Per comprendere il principio di funzionamento basta pensare ad una lente di ingrandimento puntata su un foglio: essa raccoglie i raggi solari concentrandoli in un unico punto (che corrisponde al nostro assorbitore). Dopo qualche istante, quel punto raggiunge temperature talmente elevate da far incendiare il foglio. Nello specchio parabolico l’assorbitore è un tubo che attraversa per lungo tutti gli specchi che vengono messi in serie. E’ possibile cambiare l’orientamento degli specchi ma unicamente ruotandoli su se stessi (un grado di libertà). Gli elementi costituenti una centrale parabolica lineare sono:

  1. pannelli solari (riflettore);
  2. tubo ricevitore (captatore);
  3. generatore di vapore;
  4. turbina a vapore;
  5. generatore;
  6. trasformatore.
PANNELLI SOLARI

Sono specchi dalla forma curva (parabola) progettati per concentrare i raggi solari in un unico punto (fuoco). Sono realizzati in un particolare vetro in grado di concentrare una elevatissima quantità di raggi solari e sono montati su di una struttura in alluminio comandata da un computer in grado di farli ruotare in una direzione per seguire il Sole. Questi pannelli di vetro vengono montati in file parallele lunghe alcune centinaia di metri che formano un campo solare.

TUBO RICEVITORE

È costituito da un tubo di acciaio inox, ricoperto con vari strati di materiali altamente assorbenti e inguainato in un tubo di vetro Pirex sottovuoto. Grazie alla presenza del vetro, il fluido termovettore (normalmente un olio minerale) può raggiungere anche temperature di 400°C e oltre a seconda del tipo di rivestimenti. Il vetro è trattato con strati antiriflettenti sia internamente che esternamente ed è dotato di soffietti alle estremità che consentono di chiudere ermeticamente il fluido e di essere connessi con facilità agli altri tubi per realizzare un percorso continuo.

GENERATORE DI VAPORE

Si tratta di un apparecchio che trasferisce calore ad un liquido (generalmente acqua) in modo da generare vapore. Il calore in questo caso è quello sviluppato dall’azione irraggiante del Sole sul tubo ricevitore e quindi, sull’olio minerale contenuto al suo interno.

TURBINA A VAPORE

È il componente di una centrale termoelettrica dove l’energia termodinamica del vapore viene convertita in lavoro meccanico. Il vapore, infatti, esercita un lavoro sulle pareti dei condotti, man mano che diminuisce la sua pressione, cioè man mano che si espande. Questo lavoro, mette in rotazione un albero motore collegato ad un generatore elettrico.

CONDENSATORE
È un dispositivo per il trattamento dei vapori caldi e contaminati che sfrutta il fenomeno della condensazione per rimuovere gli elementi inquinanti da un flusso d’aria. La condensazione può essere ottenuta attraverso un aumento della pressione o con una riduzione di temperatura o combinando i due processi.
GENERATORE
L’alternatore e’ un generatore di corrente elettrica. È costituito da due parti fondamentali, una fissa e l’altra rotante, dette rispettivamente statore e rotore, su cui sono disposti avvolgimenti di rame isolati. Normalmente l’alternatore lo ritroviamo in tutti i tipi di centrali per la produzione di energia elettrica perché riesce a trasformare l’energia meccanica di una turbina (idraulica, eolica, a vapore, ecc.) in energia elettrica.

TRASFORMATORE

È una macchina elettrica che serve a trasferire, energia elettrica a corrente alternata da un circuito ad un altro modificandone le caratteristiche. E’ formato da un nucleo di ferro a cui sono avvolte spire di rame in due diversi avvolgimenti, dei quali uno riceve energia dalla linea di alimentazione, mentre l’altro è collegato ai circuiti di utilizzazione.

PRO e CONTRO di una Centrale Parabolica Lineare

I vantaggi di questo tipo di centrale derivano dal fatto che si tratta di una tecnologia ormai matura e collaudata, gli svantaggi sono però molteplici. Innanzitutto la temperatura operativa raggiunta dal fluido termovettore non è sufficientemente alta, gli specchi curvi sono molto costosi e difficili da sostituire e da mantenere, il fluido termovettore è altamente infiammabile e tossico, per cui si pone l’ulteriore problema dello stoccaggio. Infine, questo tipo di centrale risulta poco conveniente da un punto di vista dei costi di gestione.

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IMPIANTO A TORRE

Schema di Centrale a Torre

Il sistema a torre centrale è una evoluzione di quello lineare, del quale cerca di superare tutti i limiti. E’ costituto da un campo di eliostati che riflettono e concentrano la radiazione solare su un ricevitore posto alla sommità di una torre. Nel ricevitore fluisce un fluido che riscaldandosi ad alta temperatura è in grado di produrre energia o di immagazzinarla sotto forma di calore. Se il fluido è acqua si ha produzione di vapore ad alta pressione direttamente nel ricevitore, se nel ricevitore circolano aria o sali fusi, il vapore viene prodotto in un generatore di vapore nel blocco energetico dell’impianto. Gli elementi fondamentali di un impianto di questo tipo sono:

  1. eliostati (riflettore);
  2. torre (captatore);
  3. serbatoi accumulo sali caldi e freddi;
  4. generatore di vapore;
  5. torre di raffreddamento;
  6. turbina a vapore;
  7. generatore;
  8. trasformatore.

ELIOSTATI – sono grandi specchi, piani o leggermente concavi, in grado di concentrare fino a 30 volte la radiazione solare a grande distanza, attualmente fino a 1Km. Vengono disposti radialmente attorno alla torre secondo una configurazione a scacchiera in modo da permettere la riflessione della radiazione solare sul ricevitore della torre durante il movimento del Sole. Ogni eliostato si muove in modo diverso dagli altri per effetto della sua posizione relativa rispetto alla torre.

Al crescere delle dimensioni cambia la distribuzione degli eliostati, da ventaglio a campo circolare; l’efficenza è funzione della disposizione degli specchi sul campo. Questa efficienza può essere ridotta a causa di alcuni fattori errati di progettazione; questi sono:

  • Shadowing (proiezione dell’ombra di un eliostato su quello posteriore);
  • Blocking (intercettazione della radiazione riflessa da un eliostato posto anteriormente);
  • Spillage (frazione di radiazione riflessa da un eliostato che esce dal bersaglio del ricevitore).

TORRE SOLARE

Struttura a torre posta al centro dell’impianto. In questo caso si parla di impianto a torre centrale o centrale solare a torre. Nel ricevitore al vertice della torre scorre il fluido termovettore che trasferisce il calore a un generatore di vapore, che alimenta un turboalternatore. Con questo sistema si possono raggiungere fattori di concentrazione, e quindi temperature, superiori rispetto ai collettori parabolici lineari.

SERBATOI DI ACCUMULO

Nelle centrali a torre, il fluido termoconvettore è costituito da sali fusi, una miscela di nitrati di sodio e potassio, che consentono temperature operative più elevate (500-550°C), rispetto all’olio diatermico, con migliore rendimento nella trasformazione in energia elettrica. I sali fusi, hanno inoltre, una discreta capacità di accumulo e conservazione del calore, consentendo di ovviare alla variabilità giornaliera della radiazione solare e alla sua assenza notturna. Presentano però l’inconveniente di solidificare a temperature tra 142 e 238°C, è necessario perciò mantenerli sempre in circolazione a temperature maggiori, per evitarne la solidificazione.

Le centrali di questo tipo funzionano prelevando con una pompa dal serbatoio freddo, i sali in esso depositati e facendoli circolare nel collettore solare, fino a raggiungere la temperatura di 550°C; a questo punto i sali così riscaldati vengono inviati in un serbatoio caldo dove vengono accumulati. Dal serbatoio caldo i sali passano nel generatore di vapore, cedono calore all’acqua contenuta in esso, la trasformano in vapore surriscaldato e ritornano nel serbatoio freddo. Il vapore surriscaldato aziona la turbina della centrale elettrica. L’accumulo con sali fusi consente una limitata autonomia di funzionamento in assenza o insufficienza insolazione.

GENERATORE DI VAPORE – (vedi impianti parabolici lineari).

TORRE DI RAFFREDDAMENTO

È un’installazione che preleva calore dall’acqua tramite evaporazione e conduzione. L’acqua viene pompata in cima alla torre di raffreddamento e quindi fluisce giù attraverso involucri di plastica o di legno. Ciò causa la formazione di goccie. Mentre fluisce verso il basso, l’acqua emette calore che mescola con la corrente d’aria superiore, raffreddandosi di 10-20 °C. Parte dell’acqua evapora, emettendo più calore. Il vapore acqueo può a volte essere osservato sopra la torre di raffreddamento.

TURBINA A VAPORE – (vedi impianti parabolici lineari).

GENERATORE – (vedi impianti parabolici lineari).

TRASFORMATORE – (vedi impianti parabolici lineari).

PRO e CONTRO di una Centrale a Torre

Le centrali a torre risolvono molti dei problemi delle centrali paraboliche. Innanzitutto con gli eliostati piani che, hanno un costo notevolmente inferiore, consentono una più facile manutenzione e pulizia e sono più facilmente installabili.

I sali, usati al posto degli oli, consentono di accumulare il calore e di riutilizzarlo durante i periodi di scarso irraggiamento. Inoltre, operano a temperature più elevate e quindi sono più efficienti dal punto di vista energetico. Infine, i sali non sono tossici e una volta dismessi dalla centrale possono essere riutilizzati in agricoltura come concimi. Inoltre, i sali debbono essere mantenuti ad una temperatura superiore ai 236° al di sotto della quale solidificherebbero compromettendo in maniera permanente l’intero impianto.

Queste centrali presentano però alcuni inconvenienti: il sistema caldo-freddo richiede un processo di distribuzione molto complesso, cosa che aumenta i costi di progettazione e costruzione. La disposizione degli specchi a semicerchio rende difficoltosa la loro collocazione per evitare che si influenzino negativamente reciprocamente e risulta più complessa la concentrazione dei raggi sul captatore man mano che aumenta la distanza da questo. Infine anche in questo caso la centrale crea un forte impatto sull’ambiente.

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IMPIANTO FRESNEL

Schema specchi Fresnel

E’ un sistema di collettori abbastanza recente. Solo da poco tempo si stanno iniziando a realizzare impianti per la produzione di calore ad alta temperatura di questo tipo. E’ costituto da un campo di eliostati lineari che riflettono e concentrano la radiazione solare su un tubo ricevitore posto in posizione orizzontale fissa. Gli eliostati sono in grado di ruotare lungo l’asse longitudinale in modo da inseguire il moto del Sole e mantenere costantemente la radiazione solare riflessa sul tubo ricevitore.
Il tubo ricevitore è in genere costituito da un tubo in acciaio protetto da vetro; attualmente non è mantenuto sottovuoto, tuttavia sono in corso esperienze anche con tubi ricevitori del tipo usato per le parabole lineari.
Gli impianti finora realizzati prevedono la produzione di vapore in campo fino a 270°C, anche se sono state realizzate esperienze con produzione di vapore fino 400°C.

PRO e CONTRO di un Impianto FRESNEL
Questo tipo di impianti presenta alcune caratteristiche che li rendono competitivi nei riguardi di quelli più diffusi. Permettono, infatti, di risparmiare parecchio suolo rispetto a quelli parabolici lineari e hanno un costo di installazione di gran lunga inferiore dato il minor uso di materiali da impiegare.

Per contro, però, il loro rendimento è inferiore a causa della minore efficienza sia dei collettori (temperatura, ombreggiamenti, tubo ricevitore non isolato in vuoto) che del ciclo termodinamico.

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MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO

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APPROFONDISCI CON I VIDEO
IMPIANTO PARABOLICO LINEARE IMPIANTO A TORRE
Durata: 2:15 Durata: 1:26
IMPIANTO FRESNEL SOLARE FRESNEL
Durata: 2:24 Durata: 1:35
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Dic 132011
 
IL LEGNO#3 (I PANNELLI DI LEGNO)
Indice Argomenti
1 CHE COS’È UN PANNELLO
2 TIPI DI PANNELLO
3 MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO
4 APPROFONDISCI CON I VIDEO
Lezioni Precedenti sul Legno
#1 IL LEGNO (L’ALBERO) 
#2 IL LEGNO (IL CICLO DI LAVORAZIONE) argomento ancora non attivo

CHE COS’È UN PANNELLO?

Pannelli

Un pannello di legno è un prodotto composto da elementi primari derivanti dalle diverse tecniche di trasformazione del legno, di spessore variabile. Gli elementi primari più utilizzati sono: segato, sfogliato, tranciato, particella e fibra. Utilizzando questi elementi, è possibile comporre e creare prodotti diversi con caratteristiche e prestazioni differenziate che prendono appunto il nome di PANNELLI DI LEGNO.

Il motivo per cui conviene utilizzare pannelli al posto del legno massello è dovuto all’estrema variabilità della forma e delle dimensioni dei tronchi ricavabili dagli alberi. Disporre di superfici ampie di legno senza giunzioni e difetti non è sempre possibile; per questo i tecnici del legno si sono orientati alla fabbricazione di pannelli di legno dalle dimensioni standard.
Inoltre, la progressiva diminuzione delle risorse lignee ha obbligato sempre più i tecnici a studiare nuove forme di ottimizzazione del legname, sfruttando al massimo anche quella parte di legno precedentemente considerata scarto e quindi non utilizzabile. Da qui è nata la produzione di pannelli di fibre e di particelle e questo ha sostanzialmente modificato il ciclo produttivo del legname. L’attività che, era propriamente artigianale è diventata un’attività prettamente industriale. Per questo motivo, l’industria del pannello oggi in Italia, come negli altri paesi europei, ha acquistato una grande importanza soprattutto nel campo del mobile.

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TIPI DI PANNELLO

La produzione si è sempre più articolata ed oggi si contano diversi tipi di pannello. Di seguito una raccolta in ordine alfabetico di queste soluzioni che, non vuole essere ne esaustiva ne definitiva, ma semplicemente un’indagine conoscitiva e un approfondimento didattico:

COMPENSATO

Costituito da tre sfogliati disposti con fibre perpendicolari tra loro per uno spessore totale di circa 3mm. La disposizione delle fibre in senso ortogonale, serve a conferire al pannello maggiore resistenza, “compensando” appunto le carenze in una direzione, intrecciando le fibre.

MULTISTRATO

È costituito da almeno 5 sfogliati disposti con le fibre perpendicolari tra loro ed incollati con collanti ureici o fenolici. Lo spessore varia da 5 a 50 mm e le specie legnose più utilizzate sono il Pioppo e la Betulla per quelli d’uso comune, e faggio, rovere, teak, mogano ed altre specie legnose esotiche per quelli speciali. Garantisce buone prestazioni meccaniche, la stabilità è discreta, la lavorabilità ottima e gli impieghi molteplici.

TAMBURATO

Pannello costituito da struttura perimetrale in listelli di Abete o Pioppo, inserto centrale in cartone alveolare (bugno) o losanghe di legno e superfici in compensato o pannello di particelle del tipo sottile variamente placcate e rifinite. La sua leggerezza, l’elevata stabilità e la notevole lavorabilità dei bordi fanno del tamburato uno dei semilavorati più utilizzati per strutture portanti di arredi (spalle, fianchi, tops, mensole, ripiani, ed ante di grandi dimensioni).

TRUCIOLARE

È spesso usato impropriamente per definire il pannello di particelle. A differenza di questo, è costituito da grossi trucioli disposti disomogeneamente per per tutto lo spessore. È utilizzato per elementi non in vista e non sottoposti a carichi e per sottopavimentazioni come materiale isolante.

M.D.F.

Medium Density Fiberboard, pannello di fibre di media densità composto da piccolissime e regolari fibre di legno (soprattutto latifoglie), disposte uniformemente ed omogeneamente su tutto lo spessore, ed incollate con specifiche resine sintetiche (Ureiche o Fenoliche). La densità è media, è lavorabile nelle tre direzioni compresa la tornitura e l’intaglio. Grazie alla sua superficie compatta e omogenea è ideale per placcare superfici da laccare. Lo spessore varia da 3 a 50 mm. Le sue proprietà meccaniche sono scarse e andrebbe evitato per parti strutturali sollecitate (strutture di librerie ecc.).

BILAMINATO

Pannello con le due superfici ricoperte da sottili foglie di laminato plastico.

COMPENSATO CURVATO

Compensato-curvatoCostituito da sfogliati o tranciati umidificati e disposti su controsagome che, tramite l’azione del calore, si curvano prendendo la forma della sagoma stessa. L’utilizzo più comune sono le scocche di poltrone e sedie. Le specie impiegate sono il Pioppo la Betulla e il Frassino.

COMPENSATO MARINO

Multistrato composto da sfogliati incollati con colle ad alta resistenza all’acqua, alle temperature e agli sbalzi termici. Lo spessore varia da 3 a 40 mm e gli impieghi sono soprattutto quelli della nautica.

CONTROPLACCATO

Qualsiasi tipo di pannello a base legno con le due superfici rivestite da tranciati o precomposti decorativi. Garantisce ottime doti di stabilità e buone resistenze meccaniche.

FIBRA

Tradizionalmente noto con i nomi commerciali Faesite, Masonite e Ledorex; è composto da fibre di legno ottenute mediante sfibrature con procedimento ad umido. Si suddividono in: Compressi e non Compressi. I primi, molto compatti e pesanti con spessore massimo di 8-10 mm.

LAMELLARE MASSICCIO

Pannello composto da molteplici listelli di legno massello di ugual larghezza e spessore ma di lunghezza diversa, incollati tra loro e uniti per testa con particolari giunzioni a pettine. Lo spessore è variabile da 10 a 55 m

LISTELLARE O PANIFORTE

È costituito da una parte strutturale formata da listelli di abete o altri legni dolci rivestita sulle due facce da compensato o pannello di fibra e solitamente controplaccato con impiallacciature o MDF. Ottimo per strutture portanti di mobili.

NOBILITATO

È solitamente costituito da un supporto di pannello di particelle o di fibra con una o ambo le superfici ricoperte da carte melaminiche. Le prestazioni d’uso sono sufficienti ed è solitamente impiegato per ripiani ed arredi di non particolare pregio. Le carte del rivestimento riproducono anche le venature dei legni maggiormente utilizzati nell’arredamento.

O.S.B.

Orientated Structural Board è costituito da sottili strisce di legno tenero aventi ugual spessore e diversa lunghezza e larghezza, disposte in modo da formare diversi strati incrociati tra loro.

PARTICELLE

Pannelli-di-particelleÈ ottenuto pressando una determinata quantità di particelle (solitamente pioppo) miscelate con opportune colle sintetiche (ureiche o fenoliche). In commercio se ne trovano di svariati tipi:

Omogeneo – Costituito da particelle sottilissime disposte uniformemente ed omogeneamente per tutto lo spessore.
A Granulometria Progressiva – Particelle sottilissime per le superfici e di media e grossa granulometria per lo stato centrale.

Stratificato – Sullo spessore sono evidenti tre o cinque strati di particelle. Quelle superficiali sono finissime ed omogenee, quelle degli strati mediani più grossolane.

In tutti i tipi, lo spessore varia da 3 a 50 mm e in funzione del tipo di incollaggio possono essere utilizzati sia per esterni che per interni. Si presta molto bene per ottenere i pannelli nobilitati. Vista la particolare composizione, non devono essere confusi con i più grossolani truciolati.

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MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO

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L’ABBATTIMENTO SRAMATURA E DEPEZZATURA
Durata: 4:49 Durata: 4:17
DA TRONCO A TRAVE IL CICLO DEL RICICLO: LEGNO
Durata: 4:45 Durata: 1:12
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Gli alti costi economici e soprattutto quelli in termini ambientali nello sfruttamento del legno per necessità edilizie e di arredo, hanno messo in crisi un sistema quale quello del mobile. Gli esperti del settore, consci dell’improponibilità di un processo industriale che, cozzava violentemente con necessità ambientali e ritmi biologici della natura, hanno dovuto rivedere profondamente questo processo. Nuove tecnologie e procedure, hanno consentito di realizzare, anche attraverso quelli che venivano considerati scarti, nuovi prodotti con caratteristiche estetiche, meccaniche e tecnologiche pari a quelle del legno massello. Nasce così l’industria del Pannello che ha rivoluzionato il modo di fare mobili, ponendo grande attenzione alla natura e consentendo di abbassare notevolmente i costi senza perdere in qualità.

Prof. Davide Betto

ANCHE NOI SCRITTORI
Alunno/i autore/i dell’articolo:
ARCIFA GIULIO-LEONTINI ALESSANDRO-PARRINELLO ROBERTA-URSINO CAMILLA
Classe e Anno: Argomento di Riferimento:
Prima D – 2011/12 LEGNO