Mag 012023
 

Spesso abbiamo visto nei film di fantascienza, come ad esempio Stargate, macchine in grado di curare e di prevenire malattie, aiutando i medici nel loro lavoro, ma soprattutto nella creazione di una medicina di tipo proattivo, ossia capace di prevenire l’insorgenza di malattie gravi o di tenerne altre già manifeste sotto controllo.

Proprio in questa direzione, nasce la start-up Neko Healt creata dal fondatore di Spotify, Daniel Ek, specializzata nella realizzazione di Tomografie Assiali Computerizzate, meglio conosciute come TAC, associate ad un sistema di intelligenza artificiale…..(se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)


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Set 122021
 

Welcome on board, questo è il messaggio che ho voluto condividere con voi quest’anno, un invito a salire a bordo di questo sito come su di una grande astronave che vi porterà in un incredibile viaggio nel mondo della tecnologia, alla scoperta di innovazioni, sogni, avventure, pensate per coinvolgere gli studenti delle scuole medie e non solo.
Un altro anno è trascorso, tra 1000 difficoltà e problemi a causa della crisi pandemica e degli ostacoli che questa ha frapposto al naturale svolgimento delle attività scolastiche, a volte in presenza, a volte a distanza, con mascherina e distanziamento sociale, ma pur sempre uno splendido anno nel quale, grazie anche a queste pagine studenti e docenti hanno potuto comunque a svolgere le attività previste.


Anche quest’anno ripartiamo con il solito spirito e la solita carica che ci contraddistinguono all’inizio di ogni anno scolastico e che ci coinvolgono durante tutto l’arco delle attività fino agli esami di giugno.
È un anno particolare, perché per questo blog sono 10 anni di presenza sul web, vissuti arricchendosi e innovandosi costantemente, proponendo spunti di lavoro, idee, stimolando la ricerca e l’approfondimento a tutti coloro che sono coinvolti nel mondo della scuola direttamente o indirettamente.


Sempre attive le nostre pagine con gli approfondimenti divisi per categoria, con occhio attento all’innovazione, alla computer grafica, al disegno tecnico (fiore all’occhiello di questo sito), a settori quali le costruzioni, i materiali, l’energia e i trasporti e quest’anno, in più, la Digital-life, rubrica di approfondimento sulla tecnologia sostenibile, indossabile (sportiva e biomedica), sulla tecnologia, tra virgolette, buona che ci consente di migliorare la nostra quotidianità, di semplificare i nostri gesti, soprattutto per chi ha problemi motori, per i diversamente abili, ma anche per tutti noi indifferentemente.

La tecnologia, come ben sappiamo, e diventata ancor di più in questi ultimi due anni di crisi, importante e pervasiva nella nostra vita, permettendoci in molti casi di continuare a svolgere un’esistenza quasi normale nonostante i vincoli alla mobilità imposti dalla quarantena o dai lockdown. Ci ha consentito nuove forme di lavoro, come lo smart-working e il F.O.R. working, la didattica distanza, ha consentito di cambiare tutte le regole prima note nel mondo lavorativo e sociale, aggiornandole, cambiandole, ma consentendoci, comunque, di continuare a progredire.


Welcome on board, quindi, a tutti quanti, alunni, docenti, curiosi o semplici visitatori; continuate a seguirci, a visita le nostre pagine, a frequentare i nostri social Facebook, Instagram, LinkedIn, Pinterest, YouTube, a leggere le nostre riviste su Flipboard, la versione patinata di queste pagine. Salite a bordo di questa enorme astronave tecnologica che vi porterà e ci porterà tutti insieme alla scoperta di un nuovo mondo, sicuramente migliore, pensato per essere inclusivo, sostenibile, digitale e perché no futuristico.

BUON COMPLEANNO ad EDUCAZIONETECNICAONLINE.COM

E condividete con me questo successo.

Grazie a tutti

Prof. Betto

Giu 202021
 

Abbiamo spesso parlato della poca sostenibilità delle navi e del loro alto grado di inquinamento dovuto ai vetusti sistemi di propulsione che emettono grandi quantità di CO2 sia nell’atmosfera che in mare. Tante sono le soluzioni e gli studi in corso finalizzati a migliorare l’efficienza di queste e ridurne l’emissione di CO2, ma una originalissima idea è stata presentata al Movin’On 2021, il summit globale dedicato alla mobilità sostenibile, da uno dei giganti degli pneumatici ossia la Michelin. L’azienda ha presentato il progetto WISAMO acronimo delle parole Wing Sail Mobility e si tratta di una vela telescopica gonfiabile automatizzata compatibile sia con le navi mercantili che con le più piccole imbarcazioni private.

Il progetto, frutto della collaborazione con Michel Desjoyaux, skipper di fama mondiale e ambasciatore del progetto “all sustainable”, è stato presentato dal reparto ricerca e sviluppo Michelin e realizzato da due inventori svizzeri. Si tratta di una gigantesca vela gonfiabile strutturata e pensata per canalizzare il vento. Il sistema è adattabile sia a navi esistenti sia integrata all’interno di nuove imbarcazioni. Questa, è capace di fornire una nuova risorsa propulsiva gratuita, inesauribile e non inquinante così da permettere alla nave di consumare meno carburante ed impattare meno sull’ambiente.

L’idea nasce evidentemente per equipaggiare le navi cargo e le petroliere, le più inquinanti in modo da fornire un 20% di energia propulsiva in più riducendo drasticamente l’utilizzo dei loro motori. La vela è strutturata in maniera tale da massimizzare l’efficienza a molte andature, soprattutto nella modalità di bolina (sopravvento) e può essere utilizzata lungo tutte le rotte marittime. La vela è montata su un albero telescopico retraibile, per facilitare l’ingresso delle navi nei porti o per passare sotto i ponti.

La collaborazione di Desjoyaux, esperto velista è finalizzata a testare la soluzione in condizioni reali lungo le trafficate rotte marittime e questo sistema sarà installato probabilmente per la prima volta nel 2022 su una nave mercantile quando Michelin avrà completato la fase di test del sistema.

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Giu 142021
 

Oggi la tecnologia, soprattutto quella indossabile, strizza sempre di più l’occhio alla parte fisica e sportiva, agli allenamenti, alla salute di chi fa esercizio fisico. Fitbit, Apple Watch e molti altri dispositivi, sono diventati compagni di allenamento per molti atleti ma anche per la maggior parte di noi al fine di fornirci indicazioni per effettuare allenamenti nelle migliori condizioni possibili o per stimolarci ad effettuare progressi, o ancora per monitorare la nostra salute e il nostro benessere psicofisico.

Dispositivi sempre più evoluti, sono oggi in grado di fornire una quantità enorme di informazioni che, trasferite poi ad app specifiche sullo smartphone, vengono elaborate, analizzate e sono in grado di fornire risultati in tempo reale condivisibili anche con il proprio medico, o semplicemente per essere consultati per migliorare le proprie performance. Tra questi dispositivi, ce n’è uno nuovo, sviluppato da una start-up italiana con sede a Parma, Biometrica, che ha realizzato uno strumento chiamato Swemax indicato come il primo bio-sensore in grado di analizzare il sudore. Ma perché analizzare il sudore umano? La risposta è semplice; perché questo, tra i fluidi biologici, è quello che trasporta la maggiore quantità di informazioni sullo stato di salute e sulle nostre condizioni atletiche. Il sensore è in grado di catturare i segnali forniti dal sudore e rappresentarli in formato digitale, descrivendo quella che potremmo definire la nostra firma biologica corporea.

Swemax è costituito da un cerotto intercambiabile che aderendo sulla superficie corporea raccoglie microscopiche gocce di sudore che trasmette a un dispositivo elettronico adesso collegato. Un piccolissimo apparecchio posizionato a contatto della pelle all’interno di una specifica tasca su indumenti tecnici, come magliette o canottiere, facenti parte della dotazione biomedica di Swemax. I dati raccolti continuamente, vengono inviati all’interno di uno spazio cloud dove l’intelligenza artificiale del bio-sensore, le elabora e le utilizza per apprendere (Machine Learning) le caratteristiche fisiche della persona che lo indossa.

Il sistema, analizzando i dati che gli arrivano continuamente, è in grado di anticipare eventuali manifestazioni quali crampi o malesseri dovuti a un calo di liquidi o di sali minerali. Il sistema è in grado anche di indicare eventuali rischi di disidratazione, comunicando direttamente tramite lo smartphone sia con l’atleta o con il preparatore atletico in maniera che sia possibile individuare le criticità nell’allenamento e correggere gli eventuali esercizi non idonei.

L’importanza e la quantità di dati sviluppati da questo sistema, è talmente valida da avere suscitato l’attenzione di atleti di calibro internazionale, coach e case di abbigliamento sportivo e tecnico, e sicuramente, questo sarà uno strumento che molto presto potremmo trovare integrato nei nostri dispositivi healtcare.

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Gen 162021
 

La capacità di alcuni materiali di accumulare calore in determinate condizioni, è nota già da tempo e diversi studi sono stati sviluppati con risultati alterni. 

Ciò che ha rallentato gli studiosi nella realizzazione di materiali compositi per l’accumulo di energia termo-chimica, è stato il loro costo. Infatti, ad esempio, uno dei materiali migliori dal punto di vista termico, la zeolite, ha un costo per kilogrammo di diverse decine di euro diventando, per cui, assolutamente diseconomico per qualunque tentativo di utilizzo come materiale per la produzione di calore. Il Politecnico di Torino in collaborazione con l’Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia, ha pubblicato sulla rivista Scientific Reports, i risultati di questo studio che dimostra come utilizzando il cemento come matrice per l’accumulo del calore si possa creare un ottimo compromesso tra risultato e costo.

La tecnica, nota da tempo e già utilizzata ad esempio in alcune centrali solari, parte dal principio che riscaldando alcuni sali, questi riescono a conservare questo calore per un tempo indefinito se posti all’interno di altri materiali definiti come matrici. Un semplice esperimento può dimostrare come del sale inserito all’interno di un bicchiere di acqua provoca un riscaldamento del bicchiere mentre con altri sali è possibile raffreddarlo. Il sistema utilizzato dal Politecnico di Torino non prevede l’uso di acqua bensì di vapore acquo per scaldare i sali senza provocarne lo scioglimento. Questo, è possibile, inserendo il sale all’interno dei pori del cemento. I vantaggi sono notevoli: il vapore acqueo, interagendo con il sale sviluppa calore e quando il sale è completamente idratato potrà essere riportato alla situazione di partenza semplicemente essiccandolo visto che non viene disciolto. Questo ciclo è ripetibile praticamente all’infinito con un costo sempre più basso ad ogni successiva applicazione. 

Questo è evidentemente il primo passo per poter sviluppare calore a basso costo e provare a risolvere i problemi energetici che sempre più affliggono il nostro mondo, utilizzando tra l’altro un sistema assolutamente sostenibile. Questo problema è dovuto soprattutto al fatto che i picchi di richiesta energetica si presentano principalmente nel periodo invernale quando la durata della giornata e la quantità di energia solare disponibile è inferiore rispetto, invece, al periodo estivo dove la richiesta di energia per riscaldamento è al minimo e l’irraggiamento al massimo.

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Ago 312020
 

Il più grande simbolo moderno della tecnologia sta per vedere la luce proprio nella città del futuro, Dubai. Un’opera ingegneristica incredibile, realizzata attraverso un algoritmo matematico capace di generare una struttura a forma di occhio, dalle curve eclettiche, rivestite da piastre in acciaio in cui sono intagliate in vetro, forme libere che richiamano la calligrafia araba.

Fortemente voluto da sua maestà Al Maktoum Bin Rashid primo ministro degli Emirati Arabi e sceicco di Dubai, quest’opera mastodontica, iconica, fantascientifica, sorge in un punto strategico della città sotto le incredibili Emirates Tower lungo la Sheik Zayed road la strada principale che unisce tutti gli emirati arabi e si appresta a diventare il punto di convergenza mondiale sulla tecnologia, innovazione e futuro. Si tratta del museo del futuro la cui ultimazione è prevista per la fine di quest’anno e Doveva essere una delle grandi opere da presentare al mondo durante l’Expo che per via della della pandemia di covi da 19 è stata rinviata di un anno.

Si tratta di una delle opere ingegneristiche più complesse mai realizzate dalla forma ovale eclettica con un’altezza di 78 m è una superficie complessiva di 30.000 m². Per la prima volta è stata utilizzata una tecnologia innovativa chiamata bim building information model ling che sfruttando l’intelligenza artificiale è un particolare algoritmo è riuscita a semplificare la struttura reticolare è estremamente complessa in modo da renderla più semplice nella realizzazione è ingegneristicamente realizzabile.

Anche questo edificio, come molti altri nel mondo, utilizza un Diagrid una struttura di travi reticolari che costituisce il sostegno principale dell’edificio e quello dei solai interni che lo dividono in sette differenti piani.

La tecnologia e l’innovazione si vedono già nella fase progettuale, infatti il sistema Been attraverso un algoritmo matematico è riuscito a progettare una taglia Grid trovando tra le possibili infinite permutazioni quella della forma definitiva. In questo modo la struttura riesce ad auto sorreggersi farne fungendo da guscio dell’edificio e sostenendo i solai interni che lo dividono in sette differenti piani.

Un’opera incredibile sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista strutturale, unica, iconica, capace di rappresentare appieno l’innovazione e la tecnologia, fortemente voluta dal Primo Ministro e mi latino che già prima ancora della realizzazione dell’opera nel 2015 affermava “Il futuro appartiene a coloro che stanno immaginarlo, disegnarlo ed eseguirlo. Non è qualcosa da attendere, ma da creare”.

Non ci resta a questo punto che attendere la sua apertura che avverrà a breve e se possibile visitarlo personalmente recandoci nella capitale e mi Latina oppure attraverso tour virtuali e sicuramente saranno resi disponibili nel sito ufficiale del della struttura.

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Dic 142019
 

Mentre fervono i lavori di costruzione di tutte le magnifiche opere che arricchiranno l’Expo 2020 di Dubai, in altre zone della città prosegue la realizzazione di nuovi megaprogetti che renderanno la capitale dell’emirato ancora più abbagliante, lucente, eccentrica, di quanto non lo sia già oggi.Una nuova impressionante opera affidata dalla holding dell’emiro al pluripremiato studio internazionale di architettura SOM, Skidmore, Owings e Merrill, vedrà come suo fulcro iconico un nuovo super grattacielo alto 550 metri di cui già si conosce il nome, Burj Jumeirah. Farà parte di una vasta area, il distretto di Jumeirah, una delle più rinomate zone residenziali della costiera di Dubai. Si tratta di un’area che avrà un uso prevalentemente pedonale misto con alberghi di lusso, appartamenti, centri commerciali, ristoranti e negozi di fama internazionale e immensi parchi verdi. Fiore all’occhiello di questo nuovo quartiere sarà l’uso di soluzioni sostenibili d’avanguardia nella costruzione, alta tecnologia e una incredibile infrastruttura intelligente che renderà tutto connesso e accessibile.

Il progetto nasce dallo sviluppo planimetrico di, pensate un po’, l’impronta digitale di sua maestà Mohammed bin Rashid al Maktum governatore degli Emirati Arabi Uniti e reggente di Dubai. Ad inizio 2019 sono iniziati i lavori di costruzione di questo incredibile grattacielo ispirato alle dell’increspature naturali delle dune di sabbia del deserto. Un gigante di acciaio e cemento le cui facciate saranno ricoperte di display digitali che renderanno la sua intera superficie capace di proiettare immagini e suggestioni durante tutte le festività o in momenti di particolare importanza pubblica nel paese.

Con la sua incredibile altezza, 550 metri il Burj Jumeirah, diventerà un altro elemento chiave dello skyline di Dubai, dotato di diversi punti di osservazione capaci di offrire una visione completa a 360° sull’intera città. I suoi ascensori saranno dotati di display digitali che renderanno un’esperienza emozionale la risalita verso la vetta e uno sky restaurant a 450 metri garantirà un’immersione totale e un colpo d’occhio privilegiato sull’intera città L’involucro della torre avrà una forma aerodinamica ispirata, come detto, al movimento delle dune di sabbia desertiche, ma ottimizzata per resistere alle sollecitazioni laterali del vento e con un vuoto centrale quasi a simboleggiare due ali che si sfiorano, all’interno del quale sarà possibile posizionare i terrazzamenti per le vedute panoramiche sulla città.

L’intero complesso poggerà su un enorme piazza il cui disegno è proprio ispirato alla riproduzione dell’impronta digitale dello sceicco con fontane d’acqua e attrazioni di diverso tipo. Il termine per la realizzazione di questa grandiosa opera è previsto per il 2023.

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Lug 092019
 

I robot finora realizzati, non sono stati altro che macchine in grado di eseguire operazioni rigide, sempre uguali, programmate attraverso software da esseri umani. Il loro scopo era quello di semplificare il lavoro soprattutto in azioni ripetitive e stancanti, ma che richiedono grande precisione. Nessun robot, finora, è stato in grado di auto percepirsi, cioè di imparare, di avere coscienza di sé e capacità autonome di movimento e di azione nello spazio intorno ad esso. Questo fono ad oggi. Infatti le cose potrebbero rapidamente cambiare perché un team di ricercatori della Columbia University ha realizzato quello che sembra essere il primo robot in grado di imparare, il primo robot autocosciente. La macchina inizialmente è totalmente ignorante e ignora tra l’altro il suo stato e la sua forma, e non è altro che un meccanismo i cui movimenti sono assolutamente casuali. Il primo step, è un periodo di apprendimento dove vengono fatti compiere una serie di movimenti ripetitivi che servono a descrivere lo spazio nel quale esso può muoversi e quindi quali sono i movimenti che può compiere. E’ stato realizzato un braccio robotico molto simile a quelli utilizzati in ambito industriale, il quale ha iniziato, così, a muoversi in maniera casuale registrando circa un migliaio di movimenti e azioni nello spazio, ognuno definito da circa 100 punti. Poi, utilizzando un sistema di Machine Learning il robot ha analizzato tutti i dati raccolti per costruire un modello rudimentale di se stesso. Si è trattato di un primo step; la macchina ancora non sa come è fatta, di quanti pezzi è composta e quali sono le sue possibilità all’interno dello spazio nel quale opera.

A questo punto i ricercatori hanno inserito un oggetto all’interno dello spazio di azione del braccio robotico e hanno chiesto alla macchina di prendere l’oggetto e di spostarlo in una posizione ben definita. Grazie al semplice gesto ripetuto migliaia di volte, il braccio è stato in grado di ricalibrare la sua posizione nello spazio, e dopo sole 35 ore di addestramento è riuscito a ridefinire la propria posizione e la propria composizione correggendola di circa 4 cm rispetto alla prima fase, ma non solo, è stato in grado anche di prelevare l’oggetto nello spazio attorno a sé e di posizionarlo nel luogo di destinazione con una percentuale di errore praticamente nulla. La cosa straordinaria è stata che il robot è riuscito a portare a termine la stessa operazione con un percentuale di precisione del 44% in un’aria esterna allo spazio delimitato, quindi, in un’area completamente sconosciuta. Il risultato è stato giudicato sorprendente perché, come ha detto Kwiatkowski (uno dei ricercatori) è come essere riusciti a prendere un oggetto ad occhi bendati in un posto sconosciuto.

Ma l’esperimento non si è fermato qui: i progettisti hanno sostituito un pezzo del braccio meccanico con uno danneggiato. Il robot, incredibilmente si è accorto del difetto e ha ricalibrato i suoi movimenti così da compensare il guasto e riportare la sua percentuale di precisione, nell’esecuzione dell’operazione, al 100%. Lipson, l’altro ingegnere a capo della ricerca, ha commentato in maniera entusiasta questa capacità di auto vedersi e di ricollocarsi all’interno di uno spazio che, per una macchina, rappresenta la prima volta in assoluto.

A questo punto si aprono, ovviamente, nuovi scenari: Lipson e Kwiatkowski sono consapevoli delle implicazioni che questa nuova tecnologia comporta. Realizzazione di macchine pensanti e capaci di agire in maniera autonoma in situazioni non previste dai programmatori. Se da un lato questo potrebbe portare alla costruzione di robot capaci di adattarsi a situazioni completamente diverse e non previste durante la fase di programmazione, dell’altro potrebbe generare situazioni poco controllabili e prevedibili come ad esempio la creazione di macchine da guerra capaci di adattarsi a situazioni improvvise, capaci di eliminare bersagli umani in situazioni sempre diverse quindi una tecnologia nuova, moderna, futuristica, ma da utilizzare con grande attenzione.

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Apr 092019
 

Il futuro delle tv e qui: ce lo presenta LG con il nuovo TV OLED R Signature un grande pannello da 65“ arrotolabile presentato come nuovo sistema audiovisivo con la sigla 65R9. Si tratta di un innovativo sistema capace di cambiare forma perché lo schermo scompare all’interno di una scatola che contiene anche un potente sistema audio.

Già l’anno scorso con il modello W, LG aveva iniziato a trasformare il televisore in un elemento di arredo. Un foglio con pochissimo spessore appeso alla parete quasi sospeso. Ma in quel caso lo schermo restava comunque lì anche quando spento con il suo ingombro nero. Il nuovo OLED R, cambia completamente il concetto di TV che arreda perché scompare completamente o si integra con lo spazio che lo circonda. La R del suo nome sta per arrotolabile (Rollable), ma verrebbe da dire anche “rivoluzionario” per la gestione degli spazi e dello schermo.

Questo TV, infatti, offre tre differenti opzioni di visualizzazione, la prima FullView in cui la TV è uno schermo 16:9 normale; una seconda chiamata LINE, in cui viene mostrata solo una parte dello schermo con informazioni principali, piccoli schermi all’interno, widget e interfaccia interattiva. Infine abbiamo la modalità ZEROView in cui lo schermo è completamente avvolto all’interno della soundbar e quindi resta visibile solo la parte audio senza quella video. 

Gli utenti possono scegliere tra tre diverse configurazioni, quella clock in cui è possibile visualizzare l’ora e il meteo, la modalità frame nella quale si possono visualizzare, come in una cornice digitale, le foto della famiglia condivise dallo smartphone e la versione mood che fa uso dei colori per creare atmosfere e colorare l’ambiente, la versione music con la sola parte audio, la selezione delle stazioni radio o della musica preferita anche dallo smartphone e la Home Dashboard per il controllo della casa intelligente e delle diverse apparecchiature domestiche.

La parte prettamente digitale di questo nuovo schermo è un processore Alpha 9 di seconda generazione con integrato il WebOS 4.5 e gli assistenti vocali quali Alexa ed AppleTV. Per la prima volta in collaborazione con Apple, questi schermi integreranno tutti servizi Apple come Apple AirPlay 2 e HomeKit che renderanno possibile controllare il TV direttamente dal telefonino o dal tablet chiedendo a Siri.

Per quanto riguarda la parte audio integrata nella SoundBar il televisore ha Dolby Atmos 4,2 canali e 100 W di amplificazione chiusi all’interno di una scatola in alluminio spazzolato con una griglia anteriore per gli speaker disegnata dalla danese Kvadrat. 

Bello, bellissimo sicuramente, futuristico pure, ma l’unica cosa che probabilmente di questo OLED R resterà fuori dalla portata del grande pubblico sarà certamente il prezzo non ancora definito.

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Feb 132019
 

Infinite soluzioni in campo architettonico proposte per rendere le case del futuro non solo meno energivore, ma soprattutto più smart e piacevoli da vivere. Alla prima edizione del Klimahouse Startup Award, moltissime startup, hanno proposto idee e progetti per la casa smart del futuro, vediamone qualcuna.

LA MATTONELLA ELETTRICA DI VERANU

Le soluzioni ideate sono moltissime e tutte di grande livello ad iniziare dalla piastrella che produce energia prodotta dalla società chiamata Veranu, una pavimentazione che utilizzando l’effetto piezoelettrico, riesce rogare 2 watt di potenza per ogni passo compiuto da una persona. Bastano in pratica 20 passi per accendere un lampione a luci LED.

La mattonella smart di Veranu

IL SISTEMA INTEGRATO DI GREENOVATION

La società Greenovation ha sviluppato tutto un sistema per consentire di abbattere i consumi degli energetici degli edifici creando una piattaforma in cui l’utente deve solo inserire i dati base sull’immobile e il sistema genera un progetto di qualificazione energetica completo e personalizzato inoltre è possibile anche ottenere una lista degli impiantisti o dei tecnici in grado di effettuare i lavori nella zona di riferimento. Il sistema è anche in grado di inviare messaggi di allarme nel caso di malfunzionamento o di situazioni anomale.

Il sistema Greenovation

LYT SONIC LA LAMPADA ANTIFURTO

Authometion, invece, ha creato una lampadina a LED a bassissimo consumo energetico chiamata Lyt Sonic che non ha solo lo scopo di illuminazione ma attraverso l’analisi delle onde subsoniche, riesce a rilevare le intrusioni all’interno gli ambienti domestici. In pratica questa lampadina integra un sistema di allarme connesso a Internet che notifica immediatamente al proprietario o ai servizi di sicurezza, l’allarme per l’infrazione.

La lampada smart Lyt Sonic

LA CASA MODULARE DI MODOM

Modom ha, invece, realizzato un sistema costruttivo multistrato, paragonabile a una sorta di mattoncini componibili facili e veloci da montare. Si tratta di pannelli che vengono assemblati secondo uno schema e che consente di ottenere il massimo isolamento, integrando tutti gli impianti.

I pannelli vengono montati tramite incastri ho giunzioni ed è possibile aggiungerne o rimuoverne alcuni in modo semplice anche dopo aver completato la costruzione.

La casa modulare di Modom

UN ISOLANTE DAGLI SCARTI DELLA LANA

Anche l’isolamento termoacustico ha il suo momento di gloria attraverso il progetto della società Brebey. Si tratta di un procedimento che consente di utilizzare gli scarti di lavorazione della lana per realizzare pannelli termo acustici per gli edifici residenziali e gli uffici. Si tratta di un procedimento che ottiene, dalla lavorazione della lana, un tessuto-non-tessuto elastico, compatto con prestazioni decisamente superiore rispetto ai tradizionali isolanti a base di fibre di lana. Sul mercato è già disponibile un pannello chiamato Tecnolana 4075.

Il pannello termoisolante Tecnolana 4075

UN VETROMATTONE ENERGETICO

Il classico vetromattone, utilizzato dove non è possibile aprire finestre per consentire il passaggio della luce diventa anch’esso smart. SBskin progetta vetromattoni che integrano celle solari terza generazione da istallare all’esterno sulle facciate o sulle copertura, così da produrre energia oltre che a ricevere la luce del sole. E’ possibile anche decorare i mattoni creando effetti accattivanti.

I vetromattoni fotovoltaici di SBSkin

UN GIARDINO PENSILE PER TUTTI

Ognuno potrà avere il proprio spazio verde, anche lì dove non è possibile. Green4All progetta il primo giardino pensile, una sorta di balcone serra che può essere applicato sugli edifici esistenti per dotarli di spazi verdi.

Ma non basta; un sistema di celle fotovoltaiche produce energia mentre un altro raccoglie l’acqua piovana per il sistema idroponico il tutto con un aspetto raffinato e moderno.

Il giardino pensile di Gree4All

PORTE ANSTISISMICHE

Si chiama Quick Saver la soluzione di porta innovativa contro i sismi prodotto dall’italiana Lf System Italia. Una barra d’acciaio e un serie di cuscinetti riescono ad assorbire e dissipare l’energia di un sisma evitando che la deformazione impedisca alle porte di aprirsi. In questo modo restano libere le vie di fuga in caso di necessità.

La porta antisismica Quake Saver

LA REALTA’ VIRTUALE IMMOBILIARE

Anche il campo della vendita o dell’affitto di soluzioni immobiliari diventa smart. La startup inVRision realizza stanze virtuali che simulano i contesti reali dove il cliente può toccare con mano il progetto o l’appartamento da acquistare. Per la prima volta egli vive un’esperienza immersiva all’interno dello spazio a lui congeniale potendone simulare sia la conformazione che l’arredamento desiderato. E’ già stato creato il prototipo di ResiZone, un motore VR per l’arredamento e gli agenti immobiliari.

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Mag 102017
 

Fidget Spinner06

Anche l’Italia, ma soprattutto gli studenti italiani di tutte le scuole di ogni ordine e grado sono state contagiate dalla virale semplicità di un piccolo anti-stress chiamato Fidget Spinner. Si tratta di un’idea semplice ma indovinata, una moderna trottola in grado di incantare chi la usa.

Ha già conquistato gli Stati Uniti, dove i ragazzi non riescono a farne a meno e come tutte le mode che arrivano da oltre oceano anche questa sta diventando in brevissimo tempo un must nel nostro paese.

Fidget Spinner01

Il sistema di funzionamento è semplicissimo; un corpo centrale rotondo e piatto che può essere tenuto tra le dita della mano, dotato di un sistema di cuscinetti a sfera a cui è agganciato un corpo dotato di 2 o 3 alette. Colpendo queste ultime con un dito dell’altra mano, il sistema di cuscinetti a sfera del perno centrale, consente una rotazione delle alette quasi senza attrito. Sul mercato immediatamente sono comparse innumerevoli varianti per forma, colore e dimensione. Alcune sono anche dotate di luci LED e si illuminano al buio durante la rotazione rendendo l’effetto ancora più coinvolgente.

NEW YORK, NY - MAY 5: In this photo illustration, a woman holds a fidget spinner, May 5, 2017 in the Brooklyn borough of New York City. Fidget spinners have become the latest toy sensation and some schools have banned them because they've become a distraction. (Photo Illustration by Drew Angerer/Getty Images)

Un giochino semplice, economico, personalizzabile e geniale. Ma da dove arriva questo giochino?

Pare che l’ideatrice sia stata una signora americana, una certa Catherine Hettinger che ideò questo semplice oggetto circa 20 anni fa. La motivazione che portò Catherine a creare Fidget Spinner, fu dovuto al fatto che la figlia si era affetta da una malattia autoimmune conosciuta come miastenia gravis. In pratica questa malattia porta chi ne è contagiato ad un perenne stato di debolezza e affaticamento, così Catherine per intrattenere la figlia e fornirle uno strumento semplice e leggero per muoversi creò questa trottolina che brevettò nel 1997. Catherine non avrebbe mai potuto immaginare il successo planetario che questo oggetto avrebbe riscosso dopo 20 anni e così nel 2005 non ha rinnovato il brevetto a causa di gravi problemi economici.

Fidget Spinner04

Fidget Spinner05Intervistata ultimamente, comunque Catherine, si dice contenta che un suo progetto, indipendentemente dall’aspetto economico che la vede danneggiata, sia servito e risulti utile a tante persone nel mondo.
In ogni caso Fidget Spinner, ha conquistato anche il mondo e non è difficile vedere i nostri alunni all’opera con questi giocattolini dalla semplicità disarmante o gareggiare a chi ne colleziona di più.

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